Poche settimane fa ho ricevuto una telefonata da un collega che voleva parlarmi di una piccola comunità che vive nella campagna ungherese, lontana dalle vie affollate di Budapest: avevano bisogno di aiuto. Un’organizzazione luterana aveva appena lanciato un progetto per adulti disabili, fornendo un’occupazione a un gruppo di persone che in Ungheria hanno davvero poche opportunità di lavoro. E abbiamo deciso di aiutarli.

Insieme a Greenpeace Ungheria il gruppo sta oggi progettando un giardino ecologico e accessibile e sta cominciando a collegarsi con l’incredibile rete di agricoltori biologici che abbiamo contribuito a mettere in piedi in tutto il Paese. I nostri sostenitori ci aiuteranno a trovare piante e materiali “biologici” per farne un giardino rigoglioso, e presto saranno all’opera un centinaio di persone con disabilità, producendo cibo biologico. Dei veri ambasciatori dell’agricoltura sostenibile in tutto il Paese.

È questa l’Ungheria che amo e di cui vado fiera: ambiziosa e inclusiva. Voglio che tutti i bambini crescano in una società in cui possano avere il coraggio di agire e parlare per ciò in cui credono. Questo è quello per cui lotto. Ogni giorno, organizzazioni grandi e piccole lavorano duro per rendere questo Paese più sicuro, pulito ed economicamente più dinamico.

Ma tutto questo è in pericolo, se questo governo riesce nel suo progetto.

È stata infatti presentata in Parlamento una legge che minaccia di screditare, intimidire e togliere a tutte le Organizzazioni Non Governative (NGO) la possibilità di parlare in difesa dei nostri diritti, dell’aria, dell’acqua, del cibo e della natura da cui tutti dipendiamo. Questa legge marchierebbe come “agente straniero” ogni gruppo che riceve ogni anno oltre una certa somma di danaro da persone fuori dall’Ungheria: queste associazioni sono potenzialmente collegate quindi ad attività come riciclaggio di soldi o terrorismo. Questo tentativo di screditare le NGO si aggrava di carichi amministrativi aggiuntivi inutili ed eccessivi: siamo assolutamente trasparenti sui nostri finanziamenti e la loro origine. Ma una legge così vessatoria potrebbe zittire centinaia di organizzazioni credibili e confondere le centinaia di migliaia di persone che aiutiamo.

Se sei un sostenitore di Greenpeace, sai che sfidiamo governi e aziende quando mettono in pericolo la nostra aria, l’acqua e il suolo. Protestare per le cose importanti è parte essenziale della vita di una società libera. Stare dalla parte dell’ambiente e delle persone più deboli è una bella fetta del nostro contributo alle comunità con cui lavoriamo in tante parti del mondo, e uno dei motivi per cui milioni di persone ci sostengono finanziariamente. Ma il governo ungherese sta dicendo chiaramente che vuole indebolire certe organizzazioni della società civile che lavorano per il benessere dei cittadini e del Pianeta.

Domenica scorsa oltre 70 mila persone si sono trovate di fronte al Parlamento, a Budapest, per difendere il loro diritto a parlare e pensare liberamente, e di sostenere senza paura, intimidazioni, sospetti, le nostre comunità. Un gruppo eterogeneo: famiglie, studenti, insegnanti, attivisti.

Sono stata invitata a parlare dal palco, mi sono sentita umiliata, ma più determinata che mai: non smetteremo mai di difendere le nostre università, le nostre associazioni e la nostra società libera. Siamo tutti uniti per un mondo più verde e pacifico. E, in tutto il mondo, la gente sta con noi.

La sera del 10 aprile la legge è stata firmata dal presidente della Repubblica ungherese. Ma le manifestazioni di protesta contro questo provvedimento continuano, e hanno portato nuovamente i movimenti in piazza.