The Reef is experiencing its second major bleaching event in 2 years.

Per affrontare l’emergenza climatica e salvare gli oceani a livello globale sono necessarie misure urgenti da parte di tutti i governi del mondo. È la logica (e urgente) conclusione cui si arriva dopo aver letto il rapporto speciale dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) sull’oceano e la criosfera (cioè la superficie terrestre ricoperta da ghiacchi) reso pubblico oggi a Monaco, che mette nero su bianco la crisi degli oceani, anch’essi vittime dei cambiamenti climatici.

Gli impatti che le emissioni di carbonio prodotte dall’uomo hanno sui nostri oceani infatti si stanno sviluppando su larga scala e a un ritmo molto più sostenuto rispetto a quanto ci aspettassimo.

Gli oceani assorbono il 20-30% del carbonio dall’atmosfera terrestre, regolano le piogge (e quindi la disponibilità di acqua potabile e la produzione agricola) e il clima del nostro pianeta, ma  – ai tassi attuali di emissioni- stiamo scaricando su di essi un milione di tonnellate di CO2 ogni ora, con effetti devastanti sulla vita marina. A meno che non acceleriamo gli sforzi per frenare le emissioni di carbonio e prendiamo misure urgenti per proteggere i nostri oceani, ci saranno conseguenze umane, ambientali ed economiche devastanti. Oceani “sani” sono uno dei nostri migliori alleati contro questa crisi climatica: è necessario fermare il loro degrado e rafforzare la loro capacità di reagire ai cambiamenti in atto tutelando le aree più sensibili con una rete di Santuari marini .

Altre evidenze del rapporto IPCC in pillole:

  •       Il livello del mare potrebbe aumentare di un metro al 2100 se il riscaldamento globale eccedesse i 3°C, che è l’aumento di temperatura atteso se non cambiano le attuali politiche dei governi. Questo comporterebbe l’evacuazione di milioni di persone dalle aree costiere.
  •       Dal momento che la temperatura della superficie del mare aumenta e assistiamo all’acidificazione degli oceani, gli ecosistemi marini verranno compromessi. Anche con un aumento di 1.5°C, potrebbero morire fino al 90% delle barriere coralline.
  •       Un esteso scioglimento del permafrost (suolo gelato presente soprattutto nelle aree artiche) è previsto in questo secolo. Il permafrost artico e subartico contiene quasi il doppio dell’anidride carbonica attualmente presente nell’atmosfera.
  •       Per la fine di questo secolo la frequenza delle ondate di calore potrebbe aumentare del 50% (se la temperatura aumentasse di 3-5 ℃) rispetto alla fine del diciannovesimo secolo.

Insomma, il rapporto IPCC è un altro allarme per i governi del mondo: adotteranno misure decisive per abbandonare i combustibili fossili e rimanere al di sotto di 1,5°C o continueranno a non reagire alla crisi climatica in atto?

Aerial view over two walruses on an ice floe in front of Kvitøya (White Island) in the Svalbard Archipelago.

Proteggi gli Oceani

Cambiamenti climatici, pesca eccessiva, estrazioni minerarie, trivellazioni, plastica: i nostri oceani subiscono di tutto per colpa dell’avidità umana. Spesso sono proprio le zone d’Alto Mare, al di fuori della giurisdizione degli Stati costieri, a diventare prede degli interessi di pochi Stati ricchi e potenti o di aziende spregiudicate. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Non possiamo accettarlo: per difendere il fragile e meraviglioso ecosistema marino, serve creare una rete di Santuari d’Alto mare su scala planetaria.

Partecipa