In queste giornate di scioperi e mobilitazioni globali per il clima, siamo felici di vedere sempre più persone manifestare per strada: studenti, insegnanti, adulti, società civile. Ma c’è qualcosa che vorremmo vedere sempre meno sulle nostre strade: le automobili, a cominciare da quelle più inquinanti.

Oggi è il Car-Free Day, una giornata in cui tutti sono invitati a lasciare a casa la propria auto. Giornate come questa ci permettono di farci un’idea, anche se solo parziale, del futuro che vorremmo. Un futuro in cui l’emergenza climatica che oggi viviamo sia finalmente affrontata e gestita in modo serio. Un futuro con aria pulita da respirare nelle nostre città. Un futuro con meno auto in circolazione e più persone in bicicletta, a piedi, sui mezzi pubblici, e che usano servizi come lo scooter sharing o il car sharing e altre forme di trasporto sostenibile.

Vogliamo fermare le emissioni di gas serra

La scorsa settimana, alla vigilia del Salone dell’Auto di Francoforte, abbiamo pubblicato il nostro nuovo report Scontro con il clima: come l’industria automobilistica guida la crisi climatica, che esamina l’impatto sul clima delle 12 maggiori case automobilistiche del Pianeta. Le emissioni delle auto che queste compagnie hanno venduto nel 2018, considerando il loro intero ciclo di vita, equivalgono al 9 per cento delle emissioni totali di gas serra nello stesso anno. Secondo i nostri calcoli, le emissioni delle 12 aziende sono persino maggiori di quelle di tutta l’Unione europea. E se Volkswagen è l’azienda peggiore in termini di quantità complessive di emissioni di gas serra, vale la pena notare che la “nostra” Fiat Chrysler Automobiles ha il primato negativo per quantità di emissioni medie rispetto al singolo veicolo venduto.

Per questo motivo abbiamo protestato, insieme a tante altre persone e associazioni, dentro e fuori il Salone di Francoforte, interrompendo il discorso di Angela Merkel e invadendo le strade limitrofe con 25mila persone in bicicletta e a piedi. Con la chiara richiesta, rivolta all’industria automobilistica, di smettere di alimentare la crisi climatica. Come? Interrompendo la produzione e la vendita degli inquinanti motori a combustione interna entro massimo il 2028 e investendo sulla mobilità elettrica (alimentata al cento per cento da fonti rinnovabili) e su forme di mobilità sostenibile come il car sharing e il car pooling.

Vogliamo respirare aria pulita

I motori a combustione interna, soprattutto quelli delle auto a diesel, sono una delle principali fonti dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città, e una delle principali ragioni per cui i limiti di biossido di azoto (NO2) stabiliti vengono spesso superati, in Italia e in moltissime città in Europa. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2018 le morti premature riconducibili a NO2 in 41 paesi europei sono state circa 79mila. Di queste più di 20mila solo in Italia, Paese che nel Vecchio continente detiene il triste primato per il numero di decessi prematuri legati a  NO2. Ridurre il numero di auto in circolazione, e rendere più sostenibili quelle che circolano, servirebbe ad affrontare la crisi climatica, ma anche a respirare aria più pulita.

Vogliamo una mobilità più green

Un modo per migliorare la qualità dell’aria e diminuire l’impatto sul clima del Pianeta c’è, ed è ripensare il settore dei trasporti. Con meno auto per le strade – e con un progressivo aumento delle auto elettriche alimentate da energie rinnovabili -, con più possibilità di muoversi a piedi e in bicicletta nelle città, con un trasporto pubblico più efficiente e meglio integrato e con forme potenziate di mobilità condivisa, possiamo davvero rivoluzionare il modo in cui ci spostiamo e mettere le basi per una mobilità sostenibile e green.

Ecco allora due cose che possiamo fare facilmente in questa settimana di mobilitazione: oggi facciamo scioperare le nostre auto; venerdì 27 scendiamo in piazza uniti per il clima. Senza prendere la macchina ovviamente!