Fino al punto che è difficile immaginare di lasciare il supermercato senza avere almeno un prodotto in una confezione plastificata.
Ma non è stato sempre così. Ci sono persone – ancora vive – che sono nate in un mondo senza plastica. Immagina di andare in spiaggia e non trovare neanche un pezzetto di plastica portato a riva dalla corrente. Allora che cosa, nel corso della storia, ci ha portato ad un simile cambiamento?
Ci sono un po’ di storie su cosa ha generato tutta questa richiesta di plastica nelle nostra epoca.
Una versione narra che, nella seconda metà del 19esimo secolo, l’industria delle palle da biliardo si rese conto che aveva bisogno di un sostituto dell’avorio. Fino a quel momento il mondo consumava almeno un milione di libbre di questo materiale ogni anno, e i giornali ammisero che gli elefanti si sarebbero presto estinti se non fosse cambiato qualcosa.

Da qui l’esigenza di inventare un nuovo materiale. Nel corso di decenni e decenni, i chimici in Europa e in America hanno cercato una soluzione. Dopo vari tentativi, ed errori, hanno scoperto la plastica così come la conosciamo oggi, e dall’inizio del 20esimo secolo, la gente ha cominciato a usare pettini e vestiti con bottoni che non erano più fatti d’avorio.

Ma anche dopo questo sviluppo scientifico, non c’erano sacchetti di plastica che volavano per le città o pesci che finivano intrappolati nell’oceano… quindi, che cosa ha causato l’esplosione di tutta questa plastica nelle nostre vite?

Due importanti fattori che hanno spinto le aziende verso questa sostanza. Primo, lo sviluppo delle catene di montaggio massive. Prima di quel momento, le fabbriche avevano bisogno di molto lavoro per ogni singolo prodotto, il che rendeva la plastica poco efficiente in termini di tempo di manifattura.
Il secondo fu la Seconda Guerra Mondiale. Questo materiale fu usato in molti modi, dalle componenti dei bazooka a quelle degli aerei, e, fra il 1939 e il 1945, la produzione di plastica è quadruplicata. Con la fine della guerra, le aziende della plastica avevano bisogno di continuare a produrre, e sono passate dalla produzione di materiale militare alle Barbie.

La plastica era così economica che tutti potevano permettersela: contenitori, arredamento, giocattoli, tutto di plastica. È allora che questo materiale ha cominciato ad essere trainante.
Ma quello che all’epoca era una soluzione, oggi è un problema. Proprio poiché la plastica dura così a lungo, ogni singolo pezzo prodotto esiste ancora, e continuerà ad esistere per almeno altri 500 anni. Per farvi un esempio, se Leonardo da Vinci avesse bevuto da una bottiglietta di plastica mentre dipingeva la Monna Lisa, quella bottiglietta non sarebbe ancora totalmente disintegrata.

Ogni giorno che passa la plastica viene prodotta, usata e buttata. In Paesi dove sono così diffuse i bicchieri usa e getta, per esempio, in pochi secondi scarti un oggetto, lo usi e lo getti in un cestino.

 

E così stiamo consumando talmente tanta plastica che nel Nord del Pacifico c’è un’”isola” fatta di rifiuti di plastica più grande della Francia.
La plastica è talmente onnipresente che gli uccellini la usano per fare il nido.

E non è solo un problema di quantità prodotte. Tutto ciò che riguarda la plastica è pericoloso per il Pianeta, dall’impatto dell’estrazione del petrolio usato per produrla, fino agli effetti sulla nostra salute per via delle tossine che si sprigionano dalla sua combustione e all’impatto devastante che ha sulla vita marina.
La buona notizia è che puoi fare qualcosa per tutto questo. Ridurre la quantità di plastica prodotta può sembrare difficile, ma è più semplice di quanto pensi. Puoi fare la differenza in molti modi,  anche semplici azioni quotidiane come portarti dietro la tua borsa per la spesa quando vai al supermercato, evitare posate di plastica o prodotti che contengono microgranuli.

Ciò che conta è essere consapevole di quello che stai consumando e come questa cosa stia impattando non solo sulla tua vita e quella dei vicini, ma sull’intero Pianeta e su tutte le sue magnifiche specie, grandi o piccole che siano.

 

Più mare, meno plastica!

Il mare non è una discarica: chiedi alle aziende di abbandonare l’usa e getta.

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