Dopo oltre 30 anni il governo giapponese ha ripreso oggi la caccia delle balene a fini commerciali, dopo essere uscito formalmente ieri dalla Commissione Baleniera Internazionale (IWC), 60 anni dopo l’adesione a quell’organizzazione. Era stata la IWC nel 1986, dopo anni di battaglie di Greenpeace e altre associazioni, a decretare il bando globale alla caccia alle balene, che il Giappone ha in questi anni ignorato con il pretesto della “ricerca scientifica“.
La Corte Internazionale di Giustizia aveva recentemente riconosciuto che la caccia condotta dal Giappone nell’Antartide non aveva in realtà nulla di scientifico. A partire da oggi, 1° luglio, il paese riprende la caccia commerciale alle balene, limitando però le operazioni alle acque della Zona economica esclusiva del Paese. Diverse imbarcazioni hanno preso il largo dal porto di Shimonoseki, nella prefettura a ovest di Yamaguchi, e dalla località di Kushiro, nell’Hokkaido, a nord dell’arcipelago.
Le balene sono ritenute sempre più cruciali per il ruolo che hanno negli ecosistemi oceanici e il whale watching cresce ovunque nel mondo, mentre il consumo di carne di balena continua a declinare. È una caccia insensata: questi splendidi animali sono già a rischio per via dell’inquinamento, la pesca eccessiva e i cambiamenti climatici.
Dobbiamo proteggere gli oceani e i loro abitanti!

Proteggi gli Oceani

Cambiamenti climatici, pesca eccessiva, estrazioni minerarie, trivellazioni, plastica: i nostri oceani subiscono di tutto per colpa dell’avidità umana. Spesso sono proprio le zone d’Alto Mare, al di fuori della giurisdizione degli Stati costieri, a diventare prede degli interessi di pochi Stati ricchi e potenti o di aziende spregiudicate. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Non possiamo accettarlo: per difendere il fragile e meraviglioso ecosistema marino, serve creare una rete di Santuari d’Alto mare su scala planetaria.

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