Foce del Sarno - @Lorenzo Moscia

Foce del Sarno – @Lorenzo Moscia

La presenza di plastica negli ambienti marini è ormai ampiamente documentata e costituisce una delle minacce ambientali più gravi dei nostri tempi: ogni anno, circa 12,7 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari del Pianeta, al ritmo di un camion al minuto.

La domanda che in tanti si fanno è una sola: da dove arriva tutta questa plastica?

La risposta non è semplice, ma individuare le fonti è di fondamentale importanza per indirizzare interventi e politiche efficaci. Secondo studi recenti l’80% delle microplastiche – particelle inferiori ai 5 millimetri di dimensioni-  si origina in ambienti terrestri e da lì, trasportata principalmente dai fiumi, arriva nei mari di tutto il mondo. I fiumi quindi sono dei veri e propri nastri trasportatori di rifiuti plastici dai centri urbani fino a quella che sta ormai diventando la più grande discarica del Pianeta: il mare. Non stupisce quindi trovare elevate concentrazioni di micro e macroplastiche negli ambienti di acqua dolce e negli ecosistemi fluviali di tutto il mondo.

Inquinamento sul Sarno - @Lorenzo Moscia

Inquinamento sul Sarno – @Lorenzo Moscia

I fiumi: nastri che trasportano le microplastiche in mare

Nei fiumi possono riversarsi sia rifiuti in plastica più grandi, che sfuggono ai sistemi di trattamento e raccolta, che le microplastiche. Queste ultime possono derivare anche dalle nostre attività quotidiane perché contenute nei prodotti per la cura della persona, nei detersivi o rilasciate dai nostri abiti sintetici durante i lavaggi in lavatrice. Infatti, dagli scarichi delle nostre case parte delle microplastiche possono arrivare negli impianti di depurazione, in grado di trattenerne solo una frazione, mentre il resto finisce direttamente nei corsi d’acqua. Anche la parte di microplastiche trattenute dai sistemi di depurazione però può comunque raggiungere i fiumi e i mari. Come? Attraverso i fanghi di depurazione utilizzati come fertilizzanti in agricoltura che, una volta impiegati nei campi coltivati, possono essere dilavati dalla pioggia e le microplastiche in essi contenute finire nei corsi d’acqua. Sembra proprio un ciclo di contaminazione infinito.

Tevere, Sarno e Ombrone

È quindi necessario effettuare ricerche non solo in mare aperto ma anche nei fiumi e alle loro foci perché lo stato delle acque in queste zone può darci informazioni di fondamentale importanza per comprendere da dove si originano le microplastiche.

Per questo Greenpeace, insieme ai ricercatori del CNR-IAS di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche, nell’ambito del Tour MAYDAY SOS PLASTICA svolto in collaborazione con The Blue Dream Project, in questi giorni sta monitorando i livelli di microplastiche non solo nel Mar Tirreno ma anche presso le foci di tre grandi fiumi (Tevere, Sarno e Ombrone) per valutare l’effettivo contributo di questi corsi d’acqua allo stato di inquinamento dei nostri mari.

Inquinamento sul Sarno - @Lorenzo Moscia

Inquinamento sul Sarno – @Lorenzo Moscia

Più mare, meno plastica!

Il mare non è una discarica: chiedi alle aziende di abbandonare l’usa e getta.

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