Sotto la superficie dei mari, a centinaia di chilometri dalla terra ferma, c’è un mondo di giganti e predatori, forme di vita antiche e città perdute.

Le acque internazionali ospitano creature ancora più variegate di quelle che vivono nelle foreste pluviali. Contengono la catena montuosa più alta e più lunga del mondo e fosse abbastanza profonde da contenere l’Everest.
Queste zone sono vere e proprie autostrade per le balene, tartarughe, albatros e tonni nelle loro faticose migrazioni da una parte all’altra del Pianeta.

Proteggere queste meraviglie naturali è la cosa giusta da fare. Ma non è solo una questione di etica: si tratta di sopravvivenza.

Gli oceani producono metà del nostro ossigeno e cibo per un miliardo di persone. E poiché assorbono enormi quantità di anidride carbonica, sono anche una delle nostre migliori difese contro i cambiamenti climatici. Si stima che circa un quarto di tutta la CO2 prodotta da attività umane emessa negli ultimi 20 anni sia stata catturata dalle loro acque.

Il nostro destino è legato a quello degli oceani. Detto in altre parole: se loro non ce la fanno, non ce la facciamo neanche noi.

Un piano di salvataggio

Gli scienziati hanno elaborato un piano di salvataggio per i nostri oceani e noi vogliamo sostenerlo.
Il piano è audace, ma straordinariamente semplice: proteggere un terzo degli oceani attraverso la creazione di Santuari marini in cui sia vietata ogni attività di pesca, trivellazione o qualsiasi altra attività umana dannosa.

Si può fare? Certo che si può: non chiediamo mai alle persone di sostenere qualcosa che non sia fattibile.
Lo abbiamo dimostrato nel rapporto “30X30 – A blueprint for ocean protection”, che indica che è assolutamente possibile progettare una rete di aree protette d’Alto mare su scala planetaria partendo dalle informazioni disponibili.

E il Mediterraneo?

Per ragioni bio-geografiche e di estensione, il Mediterraneo è molto diverso dalle altre zone d’alto mare. Per questo non è stato possibile applicare la stessa metodologia usata per definire una rete di Santuari oceanici globale, ma questo non vuol dire che non abbia bisogno di protezione. Tuttaltro.
Pur rappresentando meno dell’1% dei mari, il Mediterraneo ospita circa l’8% delle specie marine note, vale a dire migliaia di creature tra cui la balenottera comune e la foca monaca.

Questo mare presenta una stretta piattaforma continentale, cioè quella parte sommersa dei continenti che si estende dalla linea di costa fino a una profondità stabilita per convenzione (secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 1982), compresa nella giurisdizione nazionale degli stati costieri.

Per ragioni geopolitiche invece nessuno degli Stati che si affaccia su questo Mare ha dichiarato le proprie EEZ (Zone Economiche Esclusive), per cui la maggior parte delle acque sovrastante la piattaforma continentale è considerata “Alto mare.”

La crisi in cui versa il Mediterraneo è evidente, e molteplici fattori, come la pesca eccessiva o l’inquinamento, minacciano questo prezioso ecosistema a noi così vicino. Secondo recenti studi scientifici oltre il 93% degli stock ittici analizzati sono sovrasfruttati e negli ultimi 50 anni il Mediterraneo ha perso circa il 41% dei mammiferi marini.

Per questo sono anni che chiediamo anche per il Mediterraneo una tutela effettiva e una rete di santuari marini che includa aree particolarmente sensibili, come il Canale di Sicilia.

Al momento, l’unico santuario d’Alto mare del Mediterraneo è il Santuario dei cetacei, rimasto un’area di tutela esclusivamente sulla carta. Dalla sua istituzione non è stata presa di fatto nessuna misura di tutela per proteggere veramente i cetacei dell’area.

Avremo bisogno di tutto il nostro coraggio, l’astuzia e la creatività che abbiamo per difendere i mari e loro creature uniche e sorprendenti… dagli Oceani al nostro Mediterraneo. Per iniziare, oggi, aggiungi il tuo nome: proteggi gli oceani!

Sea Angel.
A selection of deep sea creatures that are found in the Arctic.

Proteggi gli Oceani

Cambiamenti climatici, pesca eccessiva, estrazioni minerarie, trivellazioni, plastica: i nostri oceani subiscono di tutto per colpa dell’avidità umana. Spesso sono proprio le zone d’Alto Mare, al di fuori della giurisdizione degli Stati costieri, a diventare prede degli interessi di pochi Stati ricchi e potenti o di aziende spregiudicate. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Non possiamo accettarlo: per difendere il fragile e meraviglioso ecosistema marino, serve creare una rete di Santuari d’Alto mare su scala planetaria.

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