Sembrerebbe uno scenario tipico dei paesi del Sud-est asiatico, in cui i fiumi sono delle vere e proprie discariche a cielo aperto. E invece le immagini che ci hanno inviato alcuni cittadini– e che pubblichiamo di seguito – sono state catturate il 3 aprile e arrivano dal nord Italia, dalla località Torretta nel comune di Legnago (Verona). Esattamente dalle chiuse del CanalBianco, corso d’acqua facente parte del bacino idrografico del Po.

La scarsità idrica che sta caratterizzando da diverse settimane i corsi d’acqua del nord Italia ha fatto infatti emergere, in tutta la sua gravità, il problema dell’inquinamento da plastica, mostrando come i corsi d’acqua siano ormai invasi da contenitori e imballaggi usa e getta.

Ogni minuto, ventiquattro ore al giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce nei mari del Pianeta e, secondo studi recenti, l’80 per cento ha origine in ambienti terrestri. Di tutta la plastica prodotta ogni anno, il 40 per cento viene impiegato per la produzione di contenitori e imballaggi monouso, di difficile recupero e riciclo a fine vita.

Per questo chiediamo misure urgenti alla radice del problema che riducano la produzione di plastica monouso, contrariamente a quanto previsto dalla legge SalvaMare, approvata ieri in Consiglio dei ministri, che interviene solo sulla plastica già presente in mare.

In un contesto globale in cui gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti è inoltre vitale gestire in modo corretto le risorse idriche, proteggendole adeguatamente dall’inquinamento pervasivo da plastica.

Più mare, meno plastica!

Il mare non è una discarica: chiedi alle aziende di abbandonare l’usa e getta.

Partecipa