'No Drilling' Banner Protest in Italy. © Francesco Alesi

Activist aboard the Greenpeace ship, Rainbow Warrior unfurls a banner reading: “Not Classified As A Fossil Fuel Country” as she sails past the Rospo B oil rig off the coast of Vasto.

Recentemente il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato un decreto ministeriale sui procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale relativi ad attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare. Peccato però che il decreto del Ministro serva a ben poco: per queste attività infatti continuerebbe a NON essere richiesta la valutazione del pericolo di incidente rilevante.

In Italia non sono sinora mai state effettuate valutazioni sui rischi delle attività di trivellazione che prendano in considerazione gli incidenti più pericolosi.

Ma che cos’è un incidente rilevante?

Come indicato dal decreto legislativo 105/2015, per incidente rilevante si intende un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità che dia luogo a un pericolo grave per la salute umana o l’ambiente, relativo a uno stabilimento in cui si lavori con delle sostanze pericolose.

Tutto chiaro, no? Eppure nello stesso decreto sono state escluse dall’attuazione della Direttiva 2012/18/UE – relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti- tutte le attività di esplorazione e sfruttamento offshore di idrocarburi!

Si tratta insomma di un vuoto che il decreto firmato da Costa non ha colmato. Ancor oggi, la legislazione continua a permettere alle compagnie petrolifere di procedere alla richiesta di nuovi progetti di trivellazione senza presentare alcuno scenario di rischio rilevante, come denunciamo da anni.

Cosa intende fare il governo durante questi diciotto mesi di moratoria? Vuole perdere altro tempo occupandosi di minuzie o intende affrontare questioni serie?

Se si vuole davvero uscire dall’era delle fossili è ora che si inizino a prendere provvedimenti seri, a partire dall’obbligo di valutare il pericolo di incidente rilevante anche per le piattaforme che estraggono idrocarburi in mare.

L’attuale quadro legislativo permette, ad esempio, l’autorizzazione di progetti come “Offshore Ibleo” di ENI in Sicilia senza che vengano considerati i pericoli più gravi di tali attività. Solo sopo la nostra denuncia nelle prescrizioni viene richiesto di presentare i possibili scenari in caso di incidente rilevante. In pratica, si ammette di aver fatto una valutazione dei rischi senza nemmeno sapere che succede in caso di grave disastro. Cosa succederebbe se tali scenari indicassero potenziali effetti su aree più vaste di quelle considerate nel decreto VIA? Si dovrebbe rifare tutto il procedimento?

Ad oggi comunque questi scenari non sono ancora noti: tra l’altro, il sito della Commissione VIA è fuori uso. Così come continua a essere fuori uso il sito informativo del MISE sulle trivelle, inaccessibile da mesi. Insomma, abbiamo anche un problema di trasparenza.

Chiediamo quindi al ministro Costa di tirar fuori dai cassetti gli scenari di incidente rilevante elaborati da ENI per il progetto offshore Ibleo, e di rendere immediatamente disponibili le pagine con le informazioni sulle procedure di valutazione di impatto ambientale. Se davvero è contrario alle trivellazioni e vuole offrire maggiori garanzie ai nostri mari, Costa si rifiuti di firmare ogni decreto VIA fino a quando non verrà cancellata la norma che esclude le trivelle dalla valutazione di incidente rilevante.