Dal 4 ottobre sono in cammino i Climate Pilgrims, un gruppo di pellegrini guidato da Yeb Saño, ex negoziatore sui cambiamenti climatici della Repubblica delle Filippine, per chiedere di agire sui cambiamenti climatici e giustizia per il clima in vista della Conferenza delle Nazioni Unite (COP24).

 

Il Climate Pilgrimage è partito dal Vaticano, con la benedizione di Papa Francesco, verso Katowice, in Polonia, dove dal 3 al 14 dicembre si sta svolgendo la COP24. Come già accaduto tre anni fa per il summit di Parigi, questo pellegrinaggio vuole richiamare l’attenzione dei governi ad impegnarsi a mantenere un aumento della temperatura al di sotto di 1,5 °C. I destinatari del messaggio non sono solo i vertici della politica, bensì le comunità locali e tutti i territori che vengono attraversati dai pellegrini: da Roma passando per Slovenia, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca e, infine, Polonia. In questo percorso di 1500 km, sono passati pure per Trieste, ed è qui che inizia la nostra storia.

Siamo Riccardo ed Ylenia e, come volontari del Gruppo Locale Greenpeace di Trieste, abbiamo accolto a braccia aperte i pellegrini nella loro ultima tappa italiana nei primi giorni di novembre.

Fin da subito c’è stata sintonia con loro: persone stimolanti, umili e simpatiche, vogliose di condividere il loro messaggio e le personali esperienze. Non potevamo che rimanerne colpiti e la motivazione a dare un nostro contributo si è concretizzata aggiungendoci al Climate Pilgrimage da Vienna. Vogliamo anche noi chiedere a gran voce un impegno immediato in occasione della COP24 perchè è inaccettabile che i negoziati sul clima siano iniziati prima della nostra nascita e ancor oggi non si siano presi impegni sufficienti per far fronte a una situazione sempre più allarmante!

Marciare ci sembra la più adatta azione non violenta: ogni passo é simbolo di speranza, pace e solidarietà per le popolazioni più vulnerabili al cambiamento climatico. Un esempio è l’esperienza di Yeb e suo fratello AG che hanno vissuto in prima persona gli effetti del tifone Haiyan del 2013, il più forte della storia, che ha causato la morte di molti loro cari nelle Filippine. Loro sono stati colpiti in maniera drammatica dai cambiamenti climatici, ma noi camminiamo tutti insieme in questa famiglia di pellegrini, formata da 20 nazionalità e fedi diverse, per una causa comune e in nome di una giustizia climatica. È esemplare il murales che abbiamo dipinto insieme a Trieste, che rappresenta un momento di amicizia e di condivisione del messaggio “Laudato Sì”, l’Enciclica di Papa Francesco sul rispetto dell’ambiente.

Una persona incontrata in Austria all’inizio del nostro percorso ci ha detto a proposito dell’urgenza climatica: “Se agiamo come individui, non ci sarà tempo sufficiente; se aspettiamo che i politici agiscano, sarà troppo tardi; ma se agiamo collettivamente, siamo ancora in tempo“. E noi ci crediamo, perché vediamo il concretizzarsi di una collaborazione tra persone e comunità per un futuro sostenibile: le associazioni cooperano assieme, come nel caso dell’accoglienza per i pellegrini a Trieste tra Greenpeace, ACCRI, Legambiente e NoPlanetB, grazie alla quale sono nati progetti congiunti e la volontà, per esempio, di camminare insieme per la locale Marcia Mondiale per il Clima in occasione della COP24.

Anche le comunità parrocchiali si interessano a promuovere l’Enciclica dedicandovi una messa o supportando il disinvestimento della Chiesa dai combustibili fossili, come nel caso della pellegrina Jane, coinvolta nel gruppo Laudato Sì in Irlanda.

Persino le aziende hanno un grande ruolo e pure in quest’occasione il Climate Pilgrimage non è passato inosservato: ad esempio, durante il viaggio, ogni pellegrino ha consegnato ad Assicurazioni Generali una cartolina di una calamità naturale legata al cambiamento climatico accaduta nel proprio Paese d’origine e, pochi giorni dopo l’incontro, il colosso assicurativo ha migliorato la sua strategia sul cambiamento climatico distanziandosi dal carbone.

Durante la tappa a Vienna, quando il presidente austriaco Alexander Van der Bellen ha scoperto che saremmo passati per la sua città, ha deciso di marciare con noi sotto la neve per poi accoglierci nella sua residenza e offrirci ristoro. Lui, come tutti i genitilissimi anfitrioni che ci accolgono nelle loro comunità locali e che si aggiungono a camminare con noi, rafforzano la nostra motivazione a continuare passo dopo passo nel freddo inverno dell’Europa Centrale questo pellegrinaggio.

Riceviamo l’energia soprattutto dai giovani che incontriamo, una generazione ingiustamente vulnerabile ai futuri cambiamenti climatici se non agiamo subito. Incontriamo nelle scuole ragazzi di tutte le età e stiamo portando le loro preghiere e le loro proposte scritte su delle bandiere colorate attaccate ai nostri zaini fino a Katowice. Ogni bambino, in questa maniera, può portare il suo messaggio anche ai piani più alti e apparentemente lontani dei negoziati e può credere in un mondo migliore.

Non possiamo immaginare di superare la crisi ambientale attuale se non siamo pronti a un cambiamento che è, prima di tutto, spirituale.” Con queste parole, durante un incontro con dei cittadini slovacchi, Yeb Saño ha invitato ognuno di noi ad agire concretamente verso un cambiamento.

Anche se a volte ci sentiamo impotenti per combattere una causa grande come quella della giustizia climatica, possiamo fare molto, anche individualmente: spostarsi usando i mezzi di trasporto pubblici e sostenibili; mangiare alimenti locali e di stagione; votare chi promuove una politica green; scegliere un fornitore energetico, o magari una cooperativa, che utilizza solo fonti rinnovabili; essere un consumatore consapevole, cercando di ridurre gli acquisti e gli imballaggi; riusare e riciclare, evitando ogni forma di spreco.
L’esperienza che stiamo vivendo con il Climate Pilgrimage ci insegna che dovremmo pensare alla nostra vita come a un pellegrinaggio, vivendo consapevolmente su questo Pianeta; e ci dimostra che ogni azione, sia individuale che collettiva, verso il cambiamento, conta, perchè ogni nostro passo ha un impronta ben più grande nel cammino che percorriamo.