È anche merito vostro se Wilmar International, il più grande operatore mondiale di olio di palma (commercializza il 40% di questa materia prima), ha pubblicato nelle ultime ore un piano d’azione dettagliato per mappare e monitorare i propri fornitori!

L’annuncio arriva infatti a seguito della pressione che abbiamo esercitato insieme a voi negli ultimi mesi: sono state più di un milione le persone che hanno firmato la petizione di Greenpeace per dire basta all’olio di palma prodotto a discapito delle foreste.

Sumatran Orangutan. © Will Rose

I nostri attivisti hanno occupato una raffineria di Wilmar in Indonesia e ostacolato le operazioni di trasporto e attracco di una nave cisterna diretta in Europa, carica di prodotti dell’azienda a base di olio di palma. In Italia abbiamo protestato per sette ore davanti allo stabilimento di Mondelēz, uno dei principali clienti di Wilmar, che nella sede produce per il mercato italiano snack contenenti olio di palma come i cracker Ritz e le patatine Cipster.

Wilmar rifornisce di olio di palma la maggior parte delle principali multinazionali del settore alimentare e della cosmesi: per questo l’impegno preso oggi rappresenta un importantissimo passo avanti e vigileremo affinché sia rispettato.

Ci aspettiamo che l’annuncio di Wilmar sproni Golden Agri Resources, Musim Mas e gli altri operatori internazionali di olio di palma ad adottare impegni simili. Perché ciò avvenga, è fondamentale che multinazionali come Mondelēz, Nestlé e Unilever, che acquistano olio di palma da diversi fornitori, si impegnino nella stessa direzione.

La produzione indiscriminata di materie prime che hanno un alto potenziale di generare gravi ricadute su ambiente e diritti umani – come nel caso dell’olio di palma – sta alimentando una crisi climatica che ha impatti globali. Per evitare l’aumento delle temperature oltre il grado e mezzo, come indicato dall’IPCC, è fondamentale porre fine alla deforestazione e ripristinare le foreste danneggiate.