Il modo in cui peschiamo e consumiamo il pesce può contribuire alla conservazione degli oceani, o può danneggiarli. Gli oceani ci danno tanto: ossigeno, acqua, cibo, svago, energia e, allo stesso tempo, regolano il clima. Oceani sani sono vitali per nutrire una popolazione umana in crescita, in un contesto ambientale mutevole e volatile.

Ma noi esseri umani non trattiamo in modo corretto questa risorsa tanto preziosa. La pesca industriale intensiva impoverisce e sfrutta eccessivamente l’ambiente marino, a ritmi preoccupanti. Svuotiamo il mare dei suoi pesci, ne distruggiamo gli habitat e inquiniamo l’ambiente marino, accelerando la sua distruzione e deteriorando la salute del mare. Mare malato, pianeta malato, umani malati. Perdiamo tutti. 

La domanda è, possiamo invece vincere tutti? La pesca può trarre benefici dagli oceani senza degradarli? Possiamo cambiare questo comportamento umano sbagliato e iniquo, prima che sia troppo tardi? Sbagliato per il pianeta, sbagliato per i mari e per la vita marina, sbagliato per noi e per le generazioni future.

Crediamo che la risposta sia sì. Quella di Greenpeace è vision dove pescatori, comunità costiere, filiere commerciali, governi e consumatori partecipano alla creazione di un nuovo modello equo e sostenibile da cui trarranno beneficio tutti: mare, pesci, pescatori, mercati e… i nostri piatti.

Si sta sempre più manifestando a livello europeo ma anche globale una tendenza crescente verso un consumo di prodotti ittici più sostenibili, equi ed etici ma è necessario che queste nuove spinte verso la giusta direzione crescano e si diffondano fino a diventare un vero e proprio movimento trasversale a sostegno di una pesca più responsabile e equa, che potrà avere un ruolo fondamentale nella fase di transizione verso un mercato equo dei prodotti ittici.

Questa nuova economia della pesca deve rispettare ciò che gli oceani possono offrire – nel rispetto dei loro limiti – e fornire al mercato prodotti che abbiano una vera identità, tracciabili ‘dal mare fino al nostro piatto’ e mettano in contatto i consumatori con i produttori e il mare, ponendo al centro il ruolo dei pescatori che pescano a basso impatto ambientale. E’ fondamentale capire che è necessario magiare meno e meglio e comprendere cosa significa veramente consumo sostenibile di prodotti ittici, pesce di qualità, pescato in modo rispettoso dell’ambiente.

E mentre il consumo di prodotti ittici continua ad aumentare (il consumo medio pro-capite è raddoppiato negli ultimi 60 anni circa[1]), i consumatori non vengono sufficientemente informati e quindi non possono scegliere in modo consapevole e sostenibile il pesce che finisce nei loro piatti. I dettagli sulla provenienza, sull’attrezzo di pesca utilizzato, sull’origine del prodotto sono tutte informazioni indispensabili per fare una scelta corretta ma che difficilmente raggiungono gli scaffali del supermercato.

I consumatori sono spesso confusi o ingannati da iniziative, marchi e certificazioni di sostenibilità fuorvianti e poco attendibili. Il Marine Stewardship Council (MSC), il marchio di qualità ecologica più conosciuto sul mercato dei prodotti ittici, è l’esempio più evidente. MSC ha certificato attrezzi di pesca distruttivi, come i pescherecci a strascico, che hanno impatti negativi sull’ecosistema marino bentonico. Non solo, MSC sta addirittura certificando prodotti ittici che potrebbero provenire da stock già eccessivamente sfruttati e in declino, una pratica che in nessun caso dovrebbe essere considerata sostenibile

Per i consumatori orientarsi in questo labirinto pervaso da una scarsa trasparenza e tracciabilità non è certo facile, ma un primo fondamentale passo è rappresentato dalla consapevolezza che questo sistema di pesca e di commercializzazione sta mettendo a rischio il futuro dei nostri mari e dei nostri pescatori. Ma con la stessa consapevolezza sappiamo che un altro modello di pesca e consumo è possibile e sta alla responsabilità di ognuno di noi renderci parte attiva di questa transizione verso un sistema più equo e giusto, per noi, per il mare e per le generazioni future.

La nostra visione per una pesca responsabile è stata ispirata dalle innovative iniziative di mercato che già esistono e che vorremmo far crescere e diffondere sempre di più.

  • Questi modelli di mercato responsabile della pesca avvantaggiano i pescatori artigianali che pescano con un basso impatto ambientale, sostengono e nutrono le tradizioni culturali e l’economia delle comunità costiere.
  • Collegano direttamente il pescatore, e il pesce catturato in modo sostenibile, con il consumatore, in modo responsabile e trasparente.
  • Creano nuove collaborazioni, piattaforme, partnership, sotto una visione comune, per preservare i nostri mari e sviluppando soluzioni creative a beneficio di tutti i soggetti interessati.

[1] FAO. 2018. The State of World Fisheries and Aquaculture 2018 ‐ Meeting the sustainable development goals. Rome.

[2] Greenpeace Briefing.2009.Assessment of the Marine Stewardship Council (MSC) Fisheries Certification Programme. http://www.greenpeace.org/usa/wp‐content/uploads/legacy/Global/usa/planet3/PDFs/assessment‐of‐the‐msc.pdf