Ancora buone notizie sugli allevamenti intensivi: in due comuni del Friuli è stata bloccata la costruzione di nove capannoni per l’allevamento avicolo industriale!

I comitati locali, sostenuti anche da Greenpeace, hanno ottenuto un retrofront sull’apertura di cinque nuovi capannoni in località Torricella, nel comune di San Vito al Tagliamento, e di altri quattro nel vicino comune di Chions. Un risultato straordinario che tutelerà la salute delle persone e dell’ambiente: il progetto avrebbe infatti alimentato la concentrazione di allevamenti intensivi nel territorio portando alla produzione di ben 6 milioni di polli all’anno nell’area del Sanvitese. 

Allevamento intensivo di polli obbligati a ingrassare fino a raggiungere un peso di 2kg

Un progetto fermato sul nascere

Stop all’apertura di nuovi allevamenti intensivi avicoli in Friuli: grazie a una partecipata mobilitazione sul territorio, l’azienda agricola Zarattini, titolare di un allevamento di polli con 13 capannoni insediati da tempo in località Canedo, Prodolone, e di altri cinque capannoni in località Torricella, ha rinunciato all’apertura di cinque nuovi capannoni avicoli.

Lo stesso titolare degli allevamenti sanvitesi aveva avviato l’iter per la realizzazione anche a Chions di quattro nuovi capannoni, a meno di 900 metri di distanza dagli attuali capannoni di Torricella.

Lo stop a queste nuove apertura è un’ottima notizia per l’ambiente visto che tutte le aree interessate dalla concentrazione di allevamenti avicoli, insieme con altri allevamenti industriali presenti nella zona (suini e bovini), si collocano nel bel mezzo di un corridoio ecologico identificato dal Piano paesaggistico regionale, in una zona ricca di fauna e di sorgenti d’acqua dolce.

Migliaia di polli, alcuni dei quali malati o immobili, sono stipati in un allevamento intensivo senza alcun accesso all'aria aperta.

Una buona notizia anche per la salute pubblica

Lo stop a queste nuove aperture di allevamenti intensivi è importante non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche della salute delle persone. 

La concentrazione di allevamenti intensivi industriali di grandi dimensioni comporta infatti un pesante impatto sui territori: l’ammoniaca prodotta dagli allevamenti intensivi è la seconda causa di formazione di polveri sottili (PM2,5) responsabili in Italia di oltre 45.000 morti premature all’anno. Senza contare il consumo di suolo e il rischio di contaminazione delle falde acquifere: tutti impatti negativi che sarebbero ulteriormente peggiorati con le nuove aperture di capannoni avicoli.

Migliaia di polli stipati in un allevamento intensivo senza alcun accesso all'aria aperta.

Una mobilitazione collettiva sostenuta anche da Greenpeace

Per tutelare la salute della popolazione e impedire la devastazione del territorio si sono mossi subito gli abitanti di Chions, Taiedo, Fiume Veneto e San Vito al Tagliamento con la costituzione del Comitato ambiente e cosciente pulite. Ma non sono stati soli in questa lotta.

Noi di Greenpeace, insieme a Legambiente e ISDE, ci siamo schierati al loro fianco supportando le loro richieste e partecipando a iniziative pubbliche, come il convegno pubblico svolto un anno fa per informare la cittadinanza sui pericoli connessi alla concentrazione di allevamenti che avrebbero prodotto in totale 6 milioni di polli all’anno. Un percorso lungo, come spesso avviene in queste vertenze, del quale oggi si raccolgono i primi importanti frutti. 

L’attenzione a questi temi si sta diffondendo non solo tra la popolazione ma anche tra le Amministrazioni comunali come dimostra la recente attivazione di tre comuni –  tra cui proprio San Vito al Tagliamento insieme a Spoltore, in provincia di Pescara,e Castenedolo, in provincia di Brescia – che insieme hanno approvato la nostra mozione per riconvertire il sistema degli allevamenti intensivi in chiave agro-ecologica. Un segnale positivo che ci conferma di essere sulla buona strada. Ma c’è ancora molto da fare! 

Allevamento intensivo di polli obbligati a ingrassare fino a raggiungere un peso di 2kg

Gli allevamenti intensivi sono distruttivi e inquinanti ma un’alternativa è possibile

A marzo 2024 abbiamo presentato a Montecitorio la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi insieme a ISDE, Lipu, Terra! e WWF Italia. Una proposta che attende da troppo tempo in Commissione agricoltura per iniziare il suo iter parlamentare.

Non c’è più tempo da perdere. Chiediamo che il testo sia discusso in parlamento al più presto: solo così potremo avviare la riconversione degli allevamenti intensivi e progettare un nuovo sistema dai minori impatti ambientali e sanitari!

Chiedi insieme a noi di fermare gli allevamenti intensivi

Insieme possiamo dire basta alle nuove aperture e fare pressione affinché l’intero sistema sia riconvertito in chiave agro-ecologica!