
In Italia stiamo andando verso un futuro senza ghiacciai. O, quantomeno, siamo a un bivio. E a metterci di fronte a quel bivio è la crisi climatica in corso causata dalle attività umane e dall’uso delle fonti energetiche fossili come petrolio, gas e carbone.
Solo pochi mesi fa, denunciavamo insieme al Comitato Glaciologico Italiano la ritirata di uno dei ghiacciai più importanti d’Italia, il Lys, che dal 1860 a oggi ha perso il 33% della propria superficie.
Ma l’intero arco alpino italiano sta lanciando un grido di aiuto che non possiamo più ignorare.
In occasione della Giornata mondiale dei ghiacciai del 21 marzo, ecco una fotografia dello stato di salute dei ghiacciai italiani e del possibile destino che li attende se non daremo un taglio deciso alle emissioni globali.
Il futuro dei ghiacciai italiani: un destino già scritto?
Non è un’esagerazione affermare che, se le emissioni globali continueranno ad aumentare, i paesaggi innevati e i silenziosi ghiacciai delle nostre Alpi rimarranno presto solo un ricordo.
Lo dimostrano i dati elaborati per noi dal docente Daniel Farinotti, Professore di Glaciologia del Politecnico di Zurigo (Laboratory of Hydraulics, Hydrology and Glaciology, ETH Zürich) e parte dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL di Sion (Svizzera), che ha lavorato con il supporto del ricercatore Lander Van Tricht e di Davide Fugazza (Università degli Studi di Milano).
I risultati di questo studio, “Ghiacciai italiani, addio”, derivano da modelli messi a punto per prevedere l’evoluzione dei ghiacciai dal 2000 al 2100. Per ogni ghiacciaio o corpo glaciale preso in considerazione, i ricercatori hanno stimato superficie e volume (compreso l’equivalente in acqua) per ogni anno dal 2000 fino al 2100, ricostruendo l’andamento negli anni passati e calcolando come dei mutamenti del clima più o meno intensi potrebbero influire sul destino dei nostri ghiacciai.
Gli scenari presi in considerazione sono due:
- Un futuro in cui il riscaldamento globale si aggrava a causa della crescente dipendenza dai combustibili fossili
- Un futuro in cui vengono rispettati gli Accordi di Parigi e dunque il rialzo delle temperature viene mantenuto al di sotto dei 1,5 ° C
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Addio ghiacciai italiani: cosa succederà senza azioni concrete

In uno scenario negativo, ovvero in cui le emissioni globali legate ai combustibili fossili dovessero peggiorare il cambiamento climatico, le prospettive sono drammatiche: nel 2050 dovremo dire addio al 48,5% della superficie attualmente coperta dai ghiacci sulle Alpi italiane e nel 2100 perderemo il 94% della superficie ghiacciata.

Sulle Alpi, moltissimi ghiacciai spariranno completamente e anche i più imponenti perderanno terreno. I dati raccontano che, ad esempio, nel 2050 i ghiacciai dell’Adamello e del Forni in Lombardia avranno perso ciascuno all’incirca il 40% della loro superficie attuale. Nel 2100 saranno vicini all’estinzione, con una superficie inferiore a 1 km2. In Friuli-Venezia Giulia, dove già oggi i ghiacciai non esistono quasi più, nel 2050 saranno scomparsi. Il Veneto, invece, perderà tutti i suoi ghiacciai tra il 2075 e il 2100.

In totale, se in Italia oggi si contano 579 ghiacciai sopra la soglia dei 0,01 km2 di superficie (considerata dagli studiosi la “soglia di estinzione”), in uno scenario senza tagli alle emissioni nel 2050 i ghiacciai saranno 309. Nel 2100, se a livello globale i governi non riusciranno a mitigare il cambiamento climatico, ci ritroveremo con 75 ghiacciai in totale.
Consulta la mappa interattiva per scoprire il futuro dei nostri ghiacciai!

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Rispettando gli Accordi di Parigi potremo salvare i nostri ghiacciai?
Cosa succederebbe invece se l’aumento delle temperature venisse mantenuto al di sotto dei 1,5 °C, proprio come stabilito dagli Accordi di Parigi?
Nel 2100 avremo perso il 75,1% della superficie coperta da ghiaccio rispetto al 2000. Il dato è comunque impressionante, ma in questo scenario saranno sopravvissuti 94,4 km2 di ghiacciai.
Se lo scenario negativo nel 2100 prospettava la sopravvivenza di soli 75 ghiacciai, con il rispetto degli Accordi di Parigi ne avremo ancora 222.
Inoltre, benché il processo di fusione dei ghiacci sulle Alpi Italiane sia già avviato, se rispettassimo gli Accordi di Parigi già nei prossimi 25 anni, dal 2025 al 2050, risparmieremmo ben 800 milioni di m3 d’acqua (con questa quantità d’acqua si potrebbero riempire circa 35 piscine olimpioniche ogni giorno per 25 anni).

Non solo: con il passare del tempo e un impegno continuativo nel taglio alle emissioni, i ghiacciai più grandi, pur ridotti nelle dimensioni, arriverebbero a stabilizzarsi invece di scomparire completamente, mantenendo quindi almeno in parte le loro funzioni.
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Perdere i ghiacciai avrebbe conseguenze disastrose sul nostro Paese
Piante e animali d’alta quota potrebbero non sopravvivere
Se i ghiacciai italiani dovessero scomparire, a essere danneggiati sarebbero innanzitutto gli ambienti naturali d’alta quota: gli animali e le piante adattati a vivere sui pendii delle montagne in condizioni estreme, infatti, sono particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico.
Come spiega Gianalberto Losapio, ecologo e professore dell’Università degli Studi di Milano, intorno ai ghiacciai esistono microclimi unici, con condizioni di umidità, temperature e venti molto particolari. In queste zone, le specie artico-alpine riescono a sopravvivere, mentre non potrebbero farlo in aree alla stessa altitudine ma senza ghiaccio.
Dopo la fusione di un ghiacciaio, spiega Losapio, si assiste a un deciso declino e impoverimento degli habitat perché si inceppano meccanismi fondamentali per gli ecosistemi d’alta quota, di norma regolati proprio dalla presenza del ghiacciaio, con ricadute ad esempio sul pH di acqua e suolo, sul tipo di microrganismi presenti, sulle dinamiche tra specie. Allo stesso tempo, le piante più competitive e colonizzatrici tolgono spazio e luce alle piante pioniere tipiche delle vette, mettendo a rischio anche molte varietà dalle proprietà medicinali[1]
Niente ghiaccio, niente acqua: per gli habitat e per le attività umane
Oltre a regolare il sistema climatico terrestre e a contribuire a raffreddare l’atmosfera, i ghiacciai sono importanti riserve di acqua dolce. Quest’acqua – preziosissima, visti i periodi di siccità sempre più frequenti e intensi a cui si sta assistendo in Italia e in Europa meridionale – viene immagazzinata durante la stagione invernale in forma di ghiaccio e poi rilasciata durante la stagione calda, andando ad alimentare le falde idriche.
Se perdessimo i nostri ghiacciai, già nel 2050 le perdite idriche sarebbero impressionanti.
Basti pensare che, rispetto a oggi, la Valle d’Aosta avrà perso 2,15 miliardi di m3 d’acqua, il Trentino-Alto Adige 1,72 miliardi di m3 e la Lombardia 1,70 miliardi di m3.

Le perdite idriche avrebbero delle conseguenze disastrose, come spiega sempre Gianalberto Losapio: man mano che il ghiacciaio perde massa, l’acqua immagazzinata diminuisce sempre più fino a disperdersi del tutto una volta che il ghiacciaio si è estinto. Questo fenomeno ha implicazioni notevoli, con effetti a cascata che riguardano tutti gli ambienti naturali ma anche le attività umane. Tra i primi settori ad accusare il colpo c’è naturalmente quello agricolo, già sofferente; ma anche la produzione di energia idroelettrica – anch’essa già messa a dura prova – ne sarà sempre più impattata.
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Un futuro senza ghiacciai? Dipende solo da noi
Ora più che mai è necessario prendere sul serio l’emergenza data dalla crisi climatica e comprendere quanto gli ambienti naturali e il nostro stesso benessere siano a rischio.
I ghiacciai sono insostituibili sentinelle del cambiamento climatico, che vanno ascoltate e protette. Difenderle significa mitigare gli effetti della siccità, che purtroppo nei prossimi anni saranno frequenti e colpiranno i centri abitati che si trovano nelle pianure.
Non possiamo aspettare oltre: se vogliamo mantenere i benefici forniti all’umanità dai ghiacciai e da altri ecosistemi naturali, dobbiamo accelerare il processo di decarbonizzazione e modificare il nostro rapporto con l’acqua e con i suoi utilizzi.

La situazione è critica, ma non tutto è perduto. Il governo italiano però deve fare la sua parte: il nostro Paese deve ridurre le emissioni globali, in linea con gli Accordi di Parigi, abbandonare al più presto lo sfruttamento di petrolio, gas e carbone, puntare su fonti rinnovabili ed efficienza energetica e ridurre i consumi idrici in settori critici come quello agricolo.
Difendiamo insieme i ghiacciai: sostieni le nostre attività di indagine e denuncia!
Con il tuo aiuto potremo continuare a fare pressione sul governo affinché prenda misure concrete per contrastare la crisi climatica e proteggere i nostri giganti bianchi