Il regolamento europeo per smettere di importare nell’UE prodotti e materie prime legate alla deforestazione dovrà essere attuato nel 2025, ma l’Italia già sta facendo un passo indietro.

La European Union Deforestation Regulation (EUDR), in vigore dal 29 giugno 2023, è la normativa che mira a eliminare la deforestazione dalle catene di approvvigionamento dell’UE. Secondo questa normativa, le aziende e multinazionali con sede nell’UE dovranno dimostrare che i prodotti che immettono sul mercato comunitario non contribuiscono alla distruzione delle foreste. Tuttavia, malgrado le buone premesse, la normativa ha delle lacune importanti: si applica infatti solo a sette materie prime (carne bovina, soia, caffè, cacao, olio di palma, gomma, legno/cellulosa) e relativi prodotti derivati.

Inoltre, il regolamento non prevede la tutela di ecosistemi vitali come savane e zone umide, che invece è fondamentale proteggere. A ciò si aggiunge un’altra grave lacuna: al momento gli obblighi dell’EUDR non riguardano banche e associazioni, nonostante il ruolo centrale del comparto finanziario nell’alimentare la deforestazione.

Nel 2025 è prevista la revisione della normativa, un’occasione unica per migliorarla e metterla in atto. Tuttavia, l’Italia rischia di fare marcia indietro: il Ministro Lollobrigida ha chiesto un rinvio di un anno nell’attuazione del regolamento, sostenendo che le imprese non sono pronte a garantire la tracciabilità richiesta, sottolineando le difficoltà economiche e l’aumento del rischio di alimentare mercati illegali. Peccato che l’EUDR sia stata approvata nel 2023 e gli Stati membri abbiano avuto tempo fino alla fine di dicembre 2024 per prepararsi a implementarla. Un rinvio ora sarebbe inaccettabile: l’Italia deve mantenere gli impegni presi a livello europeo e tutelare le foreste!

La deforestazione sta riducendo le foreste in cenere

Le foreste sono fondamentali per la salute del nostro pianeta. Custodiscono l’80% della biodiversità della Terra, ma il loro ruolo è prezioso anche nel contenere gli effetti del cambiamento climatico. Queste enormi distese verdi, infatti, assorbono grandi quantità di anidride carbonica aiutando a regolare il clima e a ridurre l’impatto dei gas serra.

Eppure oggi le foreste sono sempre più minacciate dalle attività umane: ogni giorno la deforestazione fa scomparire aree grandi come un campo da calcio. Il motivo? La produzione intensiva di prodotti e materie prime come soia, olio di palma e legno.

Ancora una volta gli interessi di pochi vanno a scapito del pianeta. E a pagare è uno degli ecosistemi più importanti del pianeta.

Le foreste sono troppo importanti per il pianeta e per l’umanità. Aiutaci a difenderle: sostieni anche tu la nostra Campagna per la tutela di questo patrimonio fondamentale per la stabilità climatica e per la biodiversità!

La nostra azione davanti al Parlamento europeo

Proprio per ricordare alla politica la priorità che l’UE deve dare alla protezione della natura, siamo scesi in piazza davanti al Parlamento europeo a Bruxelles. È qui infatti che nelle prossime settimane saranno scelti i nuovi commissari europei che guideranno le scelte politiche dell’UE per i prossimi cinque anni. Il nostro appello è chiaro: “Fermate la distruzione della natura. Salvate vite”. Non possiamo più aspettare!

Dall’Amazzonia ai Carpazi: le foreste internazionali ed europee sono in pericolo

Albero dopo albero, chilometro dopo chilometro, la foresta amazzonica sta scomparendo a causa della deforestazione portata avanti da coloro che mettono il profitto al di sopra delle persone, del pianeta e persino del nostro futuro.

A luglio 2024 la superficie dell’Amazzonia si è ridotta di oltre 666 km², un’area che equivale a quasi sette volte la città di Milano, con un incremento degli incendi del 98% rispetto a luglio 2023. Incendi che gli agricoltori provocano di proposito per ricavare terreni per il pascolo e per le coltivazioni intensive.

Ma non serve andare così lontano per vedere i danni enormi causati dalla deforestazione: le foreste dei Carpazi, una delle regioni forestali più importanti d’Europa , è in grave pericolo. Ogni ora nei Carpazi scompare un’area pari a cinque campi da calcio e si stima che negli ultimi vent’anni la Romania abbia perso più del 50% delle sue foreste vetuste a causa della deforestazione. E la colpa è di aziende dalla filiera sporca, cioè che si riforniscono da imorese che ricavano legno da foreste che andrebbero tutelate anziché distrutte.

Deforestazione e banche: il legame che distrugge il pianeta

Sembra incredibile, ma il settore bancario e finanziario è uno dei principali complici della distruzione delle foreste e di altri importanti ecosistemi naturali.

Dal 2015 crediti e investimenti da parte degli istituti finanziari hanno sovvenzionato società come JBS, Cargill, Sinar Mas che abbattono le foreste per fare spazio alla produzione intensiva di prodotti e materie prime come  soia – destinata a diventare mangime per animali – e olio di palma usato per la produzione di carburanti. Si tratta di società che hanno legami diretti o indiretti con recenti casi di deforestazione in Sud America e nel Sud-Est asiatico.

E c’è di più. Tra le istituzioni finanziarie che hanno erogato crediti e investimenti a queste società ci sono anche le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo.

È fondamentale che queste istituzioni rivedano le loro politiche di investimento: non si può finanziare la distruzione delle foreste!

Il futuro delle foreste è nelle nostre mani

Le foreste sono il cuore pulsante del nostro pianeta, ma ogni giorno che passa ne perdiamo una parte preziosa a causa della deforestazione. Non possiamo permettere che questo accada: il nostro clima, la biodiversità e il futuro stesso dipendono dalla loro salvaguardia.

È arrivato il momento di agire e di far sentire la nostra voce: chiedi insieme a noi di fermare la deforestazione!