L’ultimo studio del World Weather Attribution, il più autorevole organismo scientifico che valuta la correlazione tra i fenomeni meteorologici estremi e il cambiamento climatico di origine antropica, ha verificato la correlazione tra la crisi del clima e la grave siccità in corso in Sardegna e in Sicilia. Secondo lo studio, gli sconvolgimenti climatici causati dalla nostra dipendenza da petrolio, gas e carbone contribuiscono a intensificare e rendere più probabile la siccità in entrambe le isole.

Cosa c’entra il clima

L’analisi del World Weather Attribution ha rivelato che, senza gli effetti del riscaldamento causato di origine antropica, la siccità su entrambe le isole non sarebbe stata classificata come “estrema”. In particolare, il caldo torrido e persistente causato dalle emissioni dei combustibili fossili colpisce le isole con maggiore frequenza, facendo evaporare l’acqua dai terreni, dalle piante e dai bacini idrici. L’uso inefficiente delle risorse idriche e la presenza di infrastrutture obsolete e inadeguate fanno il resto, aggravando le conseguenze. 

I cambiamenti climatici, secondo gli scienziati, hanno aumentato del 50% la probabilità della siccità in corso in Sardegna e Sicilia, provocando crisi idrica e perdite agricole devastanti. Tali fenomeni sono destinati a peggiorare con ogni frazione di grado di riscaldamento in più, motivo per cui è urgente ridurre le emissioni a zero. 

Chi paga il conto?

A pagare il prezzo della siccità estrema in Sardegna e in Sicilia sono le persone che subiscono razionamenti di acqua, gli ecosistemi naturali e persino interi settori produttivi come l’agricoltura e il turismo. Danni gravissimi di cui si dovrebbe invece chiedere conto alle aziende del petrolio e del gas, come ENI, che con le loro emissioni di gas serra sono i principali responsabili della crisi climatica. 

Sappiamo che l’unico modo per salvarci dai peggiori impatti della crisi climatica è mettere al più presto fine allo sfruttamento delle fonti fossili. Eppure, mentre la Sicilia soffre e diventa sempre più arida, a pochi chilometri dalle sue coste ENI ha appena avviato la produzione di gas fossile nel giacimento Argo Cassiopea. L’impianto ha ricevuto il via libera e il plauso del governo Meloni che, al di là dei proclami, non intende far nulla per le Regioni italiane più colpite dalla siccità e dagli altri eventi climatici estremi.

È ora di cambiare!

Le aziende del settore fossile, come ENI, devono assumersi la responsabilità per la crisi climatica e pagarne le conseguenze, anche in tribunale. Per questo motivo abbiamo avviato “La Giusta Causa”, una causa legale nei confronti di ENI, per mettere fine ai suoi piani di distruzione del clima e chiedere giustizia.

Aiutaci a fermare chi inquina e devasta il pianeta