Quella che ci troviamo a dover fronteggiare, ogni giorno, sugli allevamenti intensivi, è anche una lotta per la verità: in tanti cercano di insabbiarla.

Lo vediamo da tempo con le posizioni e le affermazioni che sono diventate il cavallo di battaglia dei tanti lobbisti a favore della produzione intensiva di carne e anche delle principali organizzazioni di categoria degli agricoltori, come Coldiretti e Confagricoltura. Affermazioni riprese pericolosamente in più occasioni anche alcuni politici e da esponenti del Governo.

Si è arrivati addirittura a negare l’esistenza stessa dei molteplici impatti degli allevamenti intensivi.

L’obiettivo per chi diffonde queste falsità è difendere un sistema che avvantaggia pochi grandi gruppi a discapito dei piccoli produttori e della salute pubblica. Il rischio è che le bugie generino disinformazione e ritardino un cambiamento sempre più necessario.

Ma le bugie hanno le gambe corte e possono essere smentite sistematicamente. Ecco tre esempi eclatanti.

1) “Le emissioni degli allevamenti intensivi non possono essere paragonate a quelle industriali”

FALSO. L’agricoltura è responsabile del 94% delle emissioni europee di ammoniaca (la seconda causa di formazione di polveri fini in Italia) e del 54% di quelle di metano: la maggior parte di queste deriva dagli allevamenti intensivi.

Animali rinchiusi in un allevamento intensivo

2) “La zootecnia italiana è la più sostenibile a livello globale”

FALSO. Gli allevamenti intensivi in Italia sono la seconda causa di formazione delle polveri fini – PM 2,5 – che ogni anno provocano nel nostro Paese circa 50 mila morti premature.

Una donna con problemi di salute che vive nei pressi di un allevamento intensivo a Cadelbosco (RE)

3) “Non è vero che in Italia si mangia troppa carne”

FALSO. I dati Fao più aggiornati indicano che il consumo medio in Italia si attesta intorno ai 73 kg procapite all’anno: un consumo simile alla media europea (77kg procapite) e quasi il doppio della media mondiale (44 kg pro capite all’anno).

Disinformazione e negazionismo ostacolano continuamente il nostro lavoro, negando l’evidente e proponendo una realtà che fa comodo agli interessi di chi non vuole vedere, o di chi non vuol far vedere quello che realmente avviene. 

Non smetteremo di denunciare falsità e informazioni distorte pronunciate da politici, giornalisti o vertici di grandi aziende.

Aiutaci a fermare queste fabbriche di carne e a portare avanti la nostra proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”!