Amazon, Zalando, HelloFresh, ma anche le italiane Bertolli, Granarolo, Mutti, Lavazza e Segafredo, sono tra le centinaia di aziende che si sono rifornite da cartiere come Smurfit Kappa e DS Smith, legate alla distruzione di foreste incontaminate in Svezia: è quanto emerge dal rapporto di Greenpeace Svezia Killed by cardboard, che mostra il legame fra la distruzione delle foreste primarie svedesi e la crescente domanda di imballaggi in cartone.

Il problema degli imballaggi monouso e di breve durata

Si tratta di una domanda spinta, in particolar modo, dal settore dell’e-commerce, e soprattutto dagli imballaggi usa e getta in cartoncino usati per gli acquisti online, ma anche dagli imballaggi di breve durata in cartone impiegati per confezionare prodotti di largo consumo. 

La crescente domanda di imballaggi in cartone mette a rischio questi preziosi ecosistemi, che secondo la strategia UE per la biodiversità dovrebbero essere rigorosamente protetti, e minaccia i diritti dei Sámi, il popolo indigeno che da secoli abita le foreste primarie svedesi. Secondo le Industrie Forestali Svedesi, nel 2022 più del 60% di tutto il legname in Svezia è stato trasformato in prodotti di carta.  

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Anche alcune aziende italiane sono coinvolte

Da quanto emerge nel rapporto pubblicato da Greenpeace Svezia, come accennato in precedenza, anche le aziende italiane Bertolli, Granarolo, Mutti, Lavazza e Segafredo si sono esposte al rischio di usare o vendere prodotti in imballaggi realizzati con cellulosa ottenuta dal taglio a raso di alcune delle ultime foreste primarie d’Europa. Le aziende italiane coinvolte nel rapporto sono state contattate per chiedere loro un commento tramite servizio clienti o form online, in quanto non erano disponibili email dirette sul loro sito. Nessuna azienda italiana ha risposto. 

Chiediamo alle aziende e all’UE la protezione delle foreste

«Stiamo distruggendo alcuni degli ecosistemi più importanti d’Europa per produrre imballaggi usa e getta o di breve durata, come le scatole di cartone: è assurdo», dichiara Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia. «Le aziende che producono o vendono prodotti di largo consumo devono ripulire le proprie filiere dalla distruzione delle foreste, passare a soluzioni alternative e incoraggiare l’UE a proteggere le ultime foreste che rimangono in Europa prima che sia troppo tardi». 

Esortiamo le aziende menzionate nel rapporto a prendere provvedimenti immediati per garantire la totale esclusione dalle proprie filiere di cellulosa proveniente dalle foreste primarie, a eliminare l’uso di imballaggi monouso, e a sostenere l’attuazione delle strategie europee per la biodiversità

Alle istituzioni europee chiediamo di garantire la protezione effettiva delle foreste comunitarie, e di tradurre in azioni concrete gli impegni assunti con l’adozione del Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal e della Strategia UE per la Biodiversità al 2030.

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