Si teme il disastro ambientale nelle Filippine: giovedì mattina, nella baia di Manila, una petroliera si è ribaltata per poi affondare a quasi sette chilometri al largo del comune di Limay, nella provincia di Bataan. 

È stata individuata una chiazza di petrolio lunga più di 3,5 chilometri che la corrente sta portando in direzione est e nord-est.

I fatti

La nave Terranova, battente bandiera filippina, si è capovolta in mare per motivi ancora da chiarire. La nave è affondata a una profondità di circa 30-40 metri, ma le condizioni meteorologiche stanno rendendo complicate le manovre per contenere le perdite di petrolio a causa delle onde alte e dei venti forti causati dal tifone Gaemi che ha colpito le Filippine. La Guardia costiera al momento sta indagando anche sull’eventualità che l’incidente sia in qualche modo collegato alle cattive condizioni meteorologiche.

Il segretario dei Trasporti, Jaime Bautista, ha riferito che 16 membri dell’equipaggio sono stati soccorsi, ma risulta un disperso.

Per le Filippine non è il primo disastro ambientale legato al petrolio

Quello di Manila è un incidente che purtroppo ha un’aria tragicamente familiare. Nel 2023 infatti la petroliera Princess Empress con a bordo 800mila litri di petrolio, si ribaltò al largo della provincia di Mindoro Orientale, a sud-est di Manila. Il petrolio sversato in mare provocò danni incalcolabili a uno degli ecosistemi più preziosi al mondo inquinando le coste di almeno tre province. 

Ancora una volta i mari subiscono danni per colpa dell’industria dei combustibili fossili

Quanti disastri ambientali devono verificarsi prima che l’industria dei combustibili fossili smetta di arrecare danni alla biodiversità e agli esseri umani? Ora più che mai dobbiamo chiedere l’istituzione di aree marine protette e santuari d’alto mare, ed eliminare una volta per tutte i combustibili fossili: solo così potremo proteggere ecosistemi vitali per le persone e per il pianeta.

Aiutaci a proteggere mari e oceani!