Le profondità marine sono un tesoro di biodiversità che ospita meraviglie inesplorate. Sono anche uno dei nostri migliori alleati contro il cambiamento climatico, data la loro capacità di sequestrare il carbonio. Ma c’è una minaccia che incombe su di esse: è il Deep Sea Mining, l’estrazione mineraria in acque profonde.

Le compagnie minerarie vogliono saccheggiare i fondali marini per estrarre metalli con gigantesche macchine. Se questa ti sembra una pessima idea, non possiamo che darti ragione: non solo perché il Deep Sea Mining potrebbe compromettere per sempre habitat unici, ma perché secondo gli scienziati potrebbe causare danni irreversibili a decine di specie di cetacei, tra cui balenottere azzurre e megattere che nuotano nella zona di Clarion-Clipperton nell’Oceano Pacifico, dove l’industria mineraria sta facendo pressioni per dare il via all’estrazione mineraria in acque profonde.

Megattera nuota sotto'acqua nell'Oceano Indiano, in Australia occidentale
Le megattere sono tra le specie marine che il Deep Sea Mining potrebbe mettere a rischio

Balene e altri cetacei rischiano danni irreparabili a causa del Deep Sea Mining

Gli scienziati sono stati chiari: l’estrazione mineraria negli abissi comporta rischi significativi per gli ecosistemi oceanici, con impatti di lunga durata e potenzialmente irreversibili.

Secondo lo studio realizzato da Greenpeace e dall’Università di Exeter, le prime a pagarne le conseguenze sarebbero le balene e gli altri cetacei. Il motivo? Il rumore generato dalle operazioni di estrazione viaggerebbe per almeno diverse centinaia di chilometri attraverso gli oceani e andrebbe a compromettere l’orientamento e la comunicazione tra i mammiferi marini.

I mammiferi marini usano il suono come mezzo principale di comunicazione e di rilevamento subacqueo: basti pensare che le le balene possono comunicare tra loro anche a 6000 km di distanza. Se approvate, le attività di estrazione in acque profonde sarebbero attive 24 ore su 24: i rumori generati andrebbero a interferire con le frequenze che i cetacei usano per comunicare e per attraversare gli oceani di tutto il mondo, con effetti a dir poco devastanti.

I richiami tra madri e cuccioli, o tra partner, rischierebbero forti interferenze. Nei mammiferi marini potrebbero subentrare cambiamenti di comportamento, senza contare l’aumento del rischio di separazione madre-cuccioli. Le balene, disorientate, potrebbero non essere più in grado di trovare cibo ed essere costrette a risalire rapidamente in superficie con conseguenze drammatiche sulla loro salute. 

La nave MV COCO raccoglie dati nell'Oceano Pacifico per la società The Metals Company, leader nel Deep Sea Mining
La nave MV COCO mentre raccoglie dati nell’Oceano Pacifico sulle estrazioni in acque profonde per conto della compagnia mineraria The Metals Company

Dobbiamo proteggere i fondali e le specie marine dal Deep Sea Mining prima che sia troppo tardi

Gli oceani oggi si trovano ad affrontare una pressione maggiore che in qualsiasi altro momento della storia. Il Deep Sea Mining potrebbe mettere a rischio la vita marina e danneggiare in modo irreversibile specie come le balene, che sono state al centro degli sforzi di conservazione per molti anni

Se il Deep Sea Mining otterrà il via libera, macchine gigantesche saranno calate nel fondo degli oceani per raccogliere metalli come manganese, nichel e cobalto. Enormi nubi di detriti si solleveranno per centinaia di chilometri. Luce e rumori invaderanno ecosistemi marini bui e silenziosi, con conseguenze fatali per le balene e le altre specie marine. Non possiamo permettere che questo accada. 

I governi di tutto il mondo devono fermare questa nuova industria distruttiva e mettere definitivamente al bando il Deep Sea Mining prima che inizi!

Mari e oceani non sono proprietà di nessuno. 
Aiutaci a fermare le compagnie minerarie che vogliono impadronirsene!