Nel corso del fine settimana, piogge e temporali intensi, grandine e forte vento hanno colpito la Valle d’Aosta e il Piemonte, provocando l’esondazione di corsi d’acqua, frane e l’isolamento di interi paesi. Queste comunità stanno affrontando una calamità devastante, con centinaia di persone sfollate e ferite. In Svizzera e in Francia si contano anche vittime e dispersi. Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alle persone colpite, alcune delle quali hanno vissuto momenti di terrore, sono state evacuate, hanno perduto familiari o hanno visto distrutte le loro case e attività commerciali e ora si trovano in situazioni di estrema difficoltà. 

I devastanti effetti della crisi climatica

È cruciale comprendere che non stiamo semplicemente affrontando un evento meteorologico eccezionale, ma le conseguenze tangibili del cambiamento climatico.

A questo proposito abbiamo sentito Antonello Pasini, fisico del clima del CNR, che commenta così:

«Come sempre, noi scienziati del clima siamo cauti nell’attribuire quantitativamente un singolo evento al cambiamento climatico e lo facciamo spesso a posteriori con i nostri modelli, che nella zona interessata dagli eventi estremi delle ultime ore, così tormentata orograficamente, devono essere necessariamente ad alta risoluzione. Tuttavia, da un punto di vista qualitativo si può già dire qualcosa. Il riscaldamento globale di origine antropica nel bacino del Mediterraneo ha fatto cambiare la circolazione dell’aria, portando sempre più spesso all’entrata di forti anticicloni africani sul nostro territorio che portano gran caldo e siccità, ma quando cedono, anche solo leggermente come è avvenuto in questo caso, fanno entrare correnti più fredde che generano un enorme contrasto termico con l’aria calda e umida preesistente, il tutto su un suolo e un mare molto surriscaldati. E tutto ciò genera precipitazioni violente e alluvioni lampo. Questa, specie sul nord Italia, è l’impronta digitale del cambiamento climatico di origine antropica che vediamo anche in questo caso. Caldo e siccità da un lato, alluvioni lampo dall’altro sono purtroppo le due facce di una stessa medaglia: il riscaldamento globale recente».

Sta già iniziando la conta dei danni, ma la situazione rimane critica e l’emergenza non è ancora conclusa, con ulteriori fenomeni previsti in questi giorni – ci auguriamo senza conseguenze – anche in altre zone d’Italia. Tutto ciò dimostra che il cambiamento climatico è ormai una realtà che già oggi interessa pesantemente le vite di tutte e tutti noi.

È imperativo agire immediatamente per fermare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, il cui sfruttamento è la principale causa di questi eventi estremi, e al tempo stesso occorre garantire una gestione dei territori che metta in sicurezza quelli più esposti ai rischi idrogeologici, che aggravano gli impatti di eventi estremi sempre più intensi e frequenti. Non siamo di fronte a eventi isolati, ma siamo nel bel mezzo di una crisi climatica dagli effetti drammatici, che richiede un’azione di contrasto decisa e risoluta.

Chi paga?

Eventi estremi come quelli che hanno colpito Piemonte e Valle d’Aosta continuano a causare danni e perdite, in termini di vite umane, di devastazione dei territori e anche di costi economici. E a pagare il prezzo di tutto questo sono soprattutto le persone e le comunità colpite dagli eventi estremi. Mentre invece il conto di questa devastazione dovrebbe essere a carico dei veri responsabili: i governi che con le loro politiche trascurano i territori e si oppongono alla transizione energetica verso le rinnovabili, e le grandi aziende del petrolio e del gas che continuano a fare profitti record alimentando la crisi climatica e mettendo a rischio la vita delle persone in tutto il mondo. Anche nel nostro Paese.

Aiutaci a chiedere misure concrete per il clima!