Che si occupi di una trivella o si cerchi giustizia in tribunale, la lotta climatica funziona! Lo dimostra quanto è successo martedì 5 giugno nei Paesi Bassi. Il Consiglio di Stato ha obbligato la piattaforma estrattiva di gas “Prospector 1” della compagnia ONE-Dyas a sospendere la sua attività pianificata nel Mare del Nord. La decisione è arrivata a seguito dell’occupazione della piattaforma da parte di attiviste e attivisti di Greenpeace, e la presentazione di un ricorso per la sospensione ad interim delle attività estrattive della stessa piattaforma.

Attiviste e attivisti hanno scalato martedì la trivella offshore esponendo striscioni con le scritte “No new gas” e “Il gas distrugge”. La trivella cercava nuovi depositi di gas fossile nelle acque dei Paesi Bassi, a circa 20 chilometri dall’isola tedesca di Borkum.

Pochi giorni prima dell’occupazione, Greenpeace Paesi Bassi e l’associazione tedesca Deutsche Umwelthilfe avevano inoltre presentato un ricorso al Consiglio di Stato dei Paesi Bassi per fermare le attività estrattive della “Prospector 1”, pericolose per il clima del pianeta e per tutti noi. Durante la protesta in mare, il Consiglio si è espresso a nostro favore: ha accettato il ricorso e gli attivisti di Greenpeace hanno quindi sospeso l’occupazione della trivella.

Fermare chi devasta il clima è possibile!

Questa vittoria dimostra che opporsi alle compagnie fossili è possibile. Mentre alluvioni e ondate di calore minacciano la vita di milioni di persone, le compagnie fossili continuano a pianificare nuove infrastrutture per il gas in Europa.

La comunità scientifica è concorde: non c’è posto per altro gas e petrolio se vogliamo limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi Centigradi. Ogni minimo incremento di temperatura aumenta il rischio di eventi climatici sempre più estremi, incrementa il medio livello del mare, mette a rischio la biodiversità e la sicurezza di milioni di persone. 

Per questo motivo, insieme a ReCommon e 12 cittadine e cittadini abbiamo deciso di portare ENI in tribunale, perché chi inquina e danneggia il pianeta deve rispondere delle proprie azioni.

Aiutaci a vincere le nostre cause!