A un mese dalle elezioni europee, insieme a 145 associazioni rappresentanti della società civile abbiamo inviato una lettera-appello alla politica Ue, per chiedere di fermare lo smantellamento delle misure ambientali comunitarie.

Di seguito riportiamo il testo integrale, pubblicato in Italia dal fattoquotidiano.it.

Egregi decisori europei,

il rapporto della nostra società con la natura dalla quale dipende si è spezzato. 

Nonostante le crescenti evidenze dell’incombente collasso ecologico e l’accelerazione allarmante della crisi climatica, i governi e i politici europei stanno bloccando le nuove misure per proteggere l’ambiente, distruggendo quelle già introdotte.

Un ambiente sano è alla base della nostra capacità di nutrirci, di avere acqua pulita da bere, aria pulita da respirare e un clima sicuro in cui vivere. Siamo inorriditi dal fatto che così tanti politici, in tutta Europa, stiano minacciando le basi della vita su questo pianeta proponendo false soluzioni alle difficoltà degli agricoltori, ignorando le denunce degli stessi agricoltori riguardo le pratiche scorrette o sleali lungo le filiere e le importazioni a basso costo derivanti da accordi commerciali internazionali. Tutto questo è solo un tentativo opportunistico di raccogliere qualche voto in più alle prossime elezioni.

L’Agenzia europea per l’ambiente ha già avvertito che il continente è tristemente impreparato agli impatti dei cambiamenti climatici. Gli ecosistemi naturali che ci possono proteggere dagli eventi meteorologici estremi, dalla siccità, dalle ondate di calore e dalle inondazioni stanno scomparendo a ritmi preoccupanti, quando invece dovremmo ripristinarli.

Negli ultimi mesi, la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha allentato le norme sull’inquinamento per le aziende agricole industriali, abbandonato i piani per una produzione alimentare sostenibile, abbandonato gli obiettivi di riduzione dell’uso dei pesticidi e accantonato gli sforzi per garantire un approvvigionamento idrico resiliente. Alcuni governi nazionali hanno congelato i piani dell’UE per il ripristino della natura in Europa e compromesso le norme di due diligence aziendale che proteggono diritti umani e ambiente. Ora, per compiacere i lobbisti dell’industria, la Commissione europea vuole abolire anche gli standard ambientali di base per le aziende agricole, e i ministri dell’agricoltura stanno minacciando le nuove regole UE volte a combattere la deforestazione globale.

L’ambiente non è in conflitto con la capacità della nostra società di prosperare, ne è il fondamento stesso. Ma le scelte di alcuni politici nelle capitali europee e nelle istituzioni UE a Bruxelles stanno accelerando la crisi ambientale e climatica, mettendo a rischio la vita delle persone che tutti voi rappresentate. 

Vi chiediamo di fermarvi, prima che sia troppo tardi.