Immaginate la scena. Anzi no, forse non serve. Quanto stiamo per descrivere è già capitato sicuramente a molti di voi in passato; dunque, si tratta di ripescare nel cassetto dei ricordi.

Pranzo delle feste con i parenti, famiglia al completo: zie, zii, nonna, nonno, cugine e cugini presenti in massa, dal più grande alla più piccola, nessuno escluso. Dopo il caos iniziale post raduno, con saluti, consegne di cibarie, convenevoli vari ed eventuali, si prende posto ordinatamente a tavola.

Con tutti gli ospiti impegnati a dare il via alle (mangerecce) danze, scende in sala da pranzo un fisiologico silenzio… puntualmente interrotto dalla tv. O ancor meglio, da un telegiornale che sta annunciando una notizia di quelle polarizzanti, che sicuramente introdurrà a tavola un argomento di discussione che accenderà gli animi e vi impegnerà in discussioni molto partecipate destinate a iniziare con l’antipasto e a finire (forse) con l’amaro.

Per non farvi cogliere alla sprovvista e arrivare preparati e preparate al fatidico momento, ecco dunque un elenco di tre argomenti di attualità – spesso molto divisivi – legati all’ambiente che sicuramente potrebbero fare capolino durante queste feste, con tanto di informazioni e consigli su come controbattere alle invettive della zia negazionista e del cugino iperconsumista.

Carne coltivata? Sì, no, forse

Campione di carne coltivata posto in provetta di vetro

Parlare di cibo a tavola è tra le attività preferite di noi italiane e italiani. Di solito ci si scambia ricette, si consigliano ristoranti in cui recarsi o mercati in cui acquistare la frutta e la verdura più buone. Ma i toni pacati vengono meno quando invece si passa a parlare di argomenti polarizzanti come la produzione del cibo.

Se un confronto acceso c’è sempre stato attorno alle scelte alimentari di noi singoli, a farla da padrona di recente su questo versante è stata sicuramente la discussione sulla cosiddetta carne coltivata. Merito (o forse ancor meglio colpa) della propaganda del governo Meloni, plasticamente rappresentato in questo caso dal ministro Lollobrigida (adeguatamente spalleggiato da Coldiretti). Ma perché propaganda? Semplice: la guerra del governo alla carne coltivata serve solo a distrarre l’opinione pubblica dal vero problema in questo ambito, ovvero gli allevamenti intensivi, con i loro imponenti impatti su suolo, acqua, aria – e quindi anche sulla nostra salute – e risorse, come le foreste del Sudamerica, sacrificate per lasciare spazio alla produzione di colture come la soia destinata a diventare mangime per gli animali allevati con metodi intensivi.

Dunque carne coltivata sì, no o forse? Il problema è un altro: produciamo e consumiamo troppa carne, principalmente con il modello zootecnico fallimentare appena descritto. Meno e meglio è la filosofia che dovrebbe guidarci e, in ogni caso, sempre meglio optare principalmente per prodotti di origine vegetale delle nostre zone di provenienza, cresciuti senza l’uso di pesticidi e non ultra-processati. È così che si difendono davvero l’agricoltura italiana e la nostra sovranità alimentare.

Tu: “la crisi climatica sta peggiorando di giorno in giorno”

Il negazionista a tavola: “ma quale crisi, i cambiamenti climatici ci sono sempre stati…”

Area colpita dall'alluvione in Emilia Romagna

Il/la parente negazionista: situazione davvero spinosa. Che fare dunque quando ci si trova ad affrontare questo imprevisto? Abbozzare o armarsi di pazienza e partire a testa bassa in contropiede? Ecco, il nostro consiglio è quello di scegliere senza esitazioni la seconda opzione. La lotta alla crisi climatica e alla disinformazione non va mai in vacanza, nemmeno durante le feste. Alla fine, con un po’ di testardaggine e pazienza, riuscirete a far capire che la crisi climatica è qui e ora, con impatti sempre più evidenti e pesanti sulle nostre vite quotidiane. E dunque sotto con frasi del tipo: “Ma zia, ami la montagna e vuoi davvero far finta che non stia succedendo niente ai ghiacciai che tanto ti affascinano?!” Se invece si tratta di un/una parente amante del mare, potete raccontargli – dati alla mano – la crescita delle temperature delle acque marine, che rappresenta anche un precursore di quei fenomeni estremi ai quali stiamo assistendo con sempre maggiore frequenza da qualche anno.

Poi, potrete contrattaccare alle invettive di chi nega l’evidenza, facendogli notare che in realtà – come spiega Ben Franta, tra i maggiori esperti del tema a livello mondiale – è vittima di una delle tattiche manipolatorie più efficaci messe in campo dall’industria dei combustibili fossili. Quale? Proprio il negazionismo climatico che, a partire dal 1990 circa, è stato promosso per inquinare il dibattito e ostacolare le misure necessarie a prevenire il riscaldamento globale. Dunque per spargere dubbi attorno al lavoro della comunità scientifica che, già da anni, lanciava allarmi sugli impatti dello sfruttamento dei combustibili fossili sul clima del pianeta. E, aggiungiamo noi, anche per rovinarvi il gustoso pranzo delle feste, viste le estenuanti e superflue discussioni sul tema a cui siete costretti a prendere parte durante questo momento di festa con i parenti.

“Ho trovato questo capo su Shein a soli 10 euro!”

Popup store Shein a Monaco

Le feste di fine anno, si sa, sono un momento in cui spesso si cede a quel richiamo consumistico che, a dire il vero, ormai inizia sempre prima, dato il lauto antipasto del Black Friday e dei suoi derivati. Da qualche anno, protagonista è il fenomeno dell’ultra-fast fashion, con marchi come Shein cresciuti in modo esponenziale da un po’ di tempo a questa parte.

Basandosi su un modello di business fondato sulla produzione di capi di bassa qualità e letteralmente usa e getta, immette in commercio ogni giorno migliaia di nuovi modelli, confezionati in meno di una settimana e destinati per lo più a un pubblico giovane. Esattamente come quel tuo cugino con cui stai discutendo sul tema, che si vanta di aver comprato l’ennesimo paio di pantaloni a soli 10 euro. A cui dovrai far notare come questo modello produttivo, se da un lato è estremamente conveniente per i clienti a livello economico, dall’altro ha un enorme impatto sull’ambiente, a causa degli enormi quantità di rifiuti tessili inquinanti, ed è anche dannoso per i lavoratori, date le frequenti segnalazioni di casi di sfruttamento.

Insomma, per evitare di diventare il grinch ambientalista che vuole rovinare l’atteso momento delle feste, servono calma, sorrisi e argomenti solidi: così riuscirete ad affrontare questo momento dell’anno con un occhio alla tutela del pianeta, senza rinunciare a un clima gioioso, al mangiar bene e sano e alla compagnia di amici e parenti.

Ora che sai come affrontare con successo i tre argomenti spinosi delle feste, è giunto il momento di trasformare la tua consapevolezza in azione!