Greenpeace Italia aderisce a “La via maestra, insieme per la Costituzione”, la manifestazione promossa dalla CGIL del prossimo 7 ottobre.

Costituzione Italiana, articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Nessun luogo è ormai al riparo dagli impatti del riscaldamento globale: siamo dovuti arrivare al disastro conclamato perché la percezione della crisi climatica e ambientale diventasse un fatto comune. Decenni di negazionismo, immobilismo e ora il greenwashing generalizzato hanno esasperato la crisi e ora minacciano non solo gli ecosistemi e la biodiversità, ma anche le persone e le nostre conquiste sociali. Le devastazioni climatiche, con le loro conseguenze – dall’aumento dei prezzi alle migrazioni – mettono a dura prova, e sempre più lo faranno, la coesione delle nostre società e l’esistenza stessa della democrazia.

La consapevolezza di questi rischi, tuttavia, non è ancora generale. Alluvioni disastrose – come quelle delle Marche, dell’Emilia-Romagna – e l’estate più calda mai vissuta dall’umanità, col suo corollario di incendi e danni alle produzioni agricole (e conseguente aumento dei prezzi) non impensieriscono chi ci governa. Anzi, tra politici, ministri e commentatori compiacenti è una gara a negare, ridimensionare, sovvertire l’evidenza. Che è quella di un legame inestricabile tra il degradarsi delle condizioni di vita, economica e sociale, e l’accentuarsi della crisi ambientale.

Sembra che la tutela dell’ambiente, garantita (finalmente) dalla nuova versione dell’articolo 9 della Costituzione Italiana, dia quasi fastidio. Di fronte a tutto questo, alla crescente repressione dei movimenti climatici, all’aumento delle spese militari e degli investimenti in infrastrutture fossili, è doveroso resistere, inchiodare alle proprie responsabilità governi e aziende – come ENI – che continuano a promuovere i combustibili fossili senza sviluppare alla velocità necessaria le fonti rinnovabili.

La strada maestra, siamo convinti a Greenpeace, è quella di accelerare la transizione ecologica ed energetica. Una transizione giusta, che tuteli i diritti e il lavoro, e necessaria. Eliminare la nostra dipendenza dai combustibili fossili – senza false soluzioni come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, o il nucleare – incentivare le fonti rinnovabili, accelerare su batterie e idrogeno, superare modelli agricoli e di allevamento che contribuiscono a riscaldare il Pianeta non è semplicemente urgente, ma imperativo. Dobbiamo ridurre la nostra impronta ecologica e proteggere gli ecosistemi che ci sostengono. Difendendo, allo stesso tempo, le nostre libertà e il nostro futuro.