Secondo la Costituzione brasiliana, i Popoli Indigeni hanno diritto alle proprie terre ancestrali. Tuttavia, coloro che vogliono continuare a trarre profitto dalla distruzione dell’Amazzonia e di altri preziosi ecosistemi, hanno cercato di utilizzare una scappatoia – “Marco Temporal”, in portoghese: una proposta di legge che voleva limitare questo diritto esclusivamente a quei Popoli Indigeni in grado di dimostrare che occupavano le terre di cui rivendicano la proprietà alla data del 5 ottobre 1988, quando fu promulgata la Costituzione brasiliana. Ciò è ingiusto e inaccettabile: non possiamo dimenticare che per centinaia di anni i Popoli Indigeni sono stati quasi sterminati, osteggiati e cacciati dalle loro terre ancestrali e solo di recente hanno avuto la possibilità di farvi ritorno.

The 18th Free Land Camp in Brasília from April 4th to the 14th, 2022

La Corte suprema del Brasile stava discutendo la possibilità di approvare questa scappatoia dal 2019 ma finalmente, pochi giorni fa, i giudici hanno votato contro il “Marco Temporal” e quindi a favore dei Popoli Indigeni del Paese. Si tratta di un’importante vittoria per le popolazioni indigene e la società civile, che si sono mobilitate e hanno sostenuto la lotta per i loro diritti. Si tratta anche di una vittoria fondamentale nella lotta contro la crisi climatica globale e la perdita di biodiversità, poiché i Popoli Indigeni sono i veri guardiani dell’Amazzonia e le loro conoscenze tradizionali sono fondamentali per salvaguardare questo preziosissimo ecosistema.

Indigenous People’s from all over the country mobilized in Brasília to follow the judgment of the Marco Temporal by the Federal Supreme Court (STF).

Ma non possiamo abbassare la guardia!

Durante i quattro anni di governo anti-ambientale di Jair Bolsonaro, la deforestazione ha subito un’impennata e quest’anno il ritorno di Lula alla presidenza ha fatto sperare in tempi migliori. Ma Il Congresso nazionale del Brasile (l’organo costituzionale che esercita, in ambito federale, le funzioni del potere legislativo del Brasile) resta fortemente influenzato dai conservatori e dalla lobby dell’agribusiness, che vorrebbero continuare a sfruttare l’Amazzonia come fosse una vasta terra disabitata, che può essere distrutta per favorire tanto l’espansione indiscriminata dell’agribusiness, quanto l’estrazione di petrolio, minerali, metalli preziosi e qualsiasi altra materia prima o prodotto che produca profitti immediati per gli investitori.

I legislatori conservatori stanno infatti cercando di portare avanti al Senato un progetto di legge basato su una scappatoia simile al “Marco Temporal”, ma che include un ulteriore livello di minaccia per i Popoli Indigeni. Il progetto di legge consentirebbe infatti di aprire i territori indigeni a industrie distruttive, come quella dell’estrazione mineraria, un’attività che è esplosa in Amazzonia negli ultimi anni e che ha devastato i mezzi di sussistenza degli indigeni in Brasile.

Questo è l’opposto di ciò di cui il Brasile e il mondo hanno bisogno in questo momento. Serve un cambio di rotta: non abbiamo bisogno di ulteriore distruzione della natura. Dobbiamo passare da un modello economico basato sul saccheggio delle risorse naturali a un sistema che protegga quei preziosi ecosistemi e promuova la giustizia sociale, riconoscendo i diritti e il valore della conoscenza ancestrale delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali.