Dal 29 maggio sono ripresi a Parigi i negoziati per un Trattato Globale sulla plastica. Fino al 2 giugno i leader mondiali discuteranno degli obiettivi, degli obblighi e delle procedure per arrivare alla formulazione del Trattato.

L’obiettivo è ottenere entro il 2024 un accordo globale legalmente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. L’industria dei combustibili fossili ha esercitato pressioni per indebolirlo, sia in modo diretto che tramite gruppi industriali e lobby come l’Association to End Plastic Waste o l’American Chemistry Council (ACC). Il Trattato è un’occasione storica per limitare la produzione di plastica e l’impiego di sostanze chimiche tossiche nelle fasi produttive.

Non possiamo lasciare che sia sprecata!

Per fermare la produzione e l’uso incontrollato di plastica, il trattato deve garantire:

  • Lo stop all’inquinamento da plastica – dalla produzione allo smaltimento – per proteggere l’ambiente e la salute umana. 
  • Un limite immediato alla produzione di plastica seguito da una riduzione graduale della produzione e dell’uso della plastica.
  • Una transizione equa e inclusiva verso un’economia a basse emissioni di carbonio, con zero produzione di rifiuti e basata sul riutilizzo.
  • Un approccio basato sui diritti umani che riduca le disuguaglianze, dia priorità alla salute umana e metta al centro la giustizia. 

Le nostre richieste per un Trattato efficace

Per risolvere davvero la crisi della plastica, che ha invaso ogni angolo del globo, chiediamo ai governi riuniti a Parigi un accordo che:

  • definisca strumenti legislativi, legalmente vincolanti per aziende e governi, che coprano l’intero ciclo di vita della plastica, comprese l’estrazione e la produzione delle materie prime da cui si produce, ma anche l’uso e lo smaltimento;
  • vincoli le grandi multinazionali a vendere sempre più prodotti sfusi o con packaging riutilizzabile;
  • renda ogni paese sia responsabile della gestione dei propri rifiuti. I governi devono inoltre garantire una transizione giusta per i lavoratori e la tutela della salute delle comunità più colpite dall’inquinamento.

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