Come denunciato dall’inchiesta #MalDiPlastica di PresaDiretta, l’Italia continua a esportare all’estero enormi quantità di rifiuti in plastica, anche in Paesi extra-UE non dotati di impianti idonei per il riciclo. La maggior parte finisce quindi in discarica o dispersa nell’ambiente, con impatti sulla salute delle popolazioni locali.
Solo nel 2021, l’Italia ha esportato oltre 290 mila tonnellate di rifiuti in plastica, di cui 43 mila verso Paesi extra-europei. Nel 2022, questi ultimi sono aumentati ad oltre 55 mila tonnellate.
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Nel 2022, le 6 principali destinazioni delle esportazioni dei rifiuti in plastica italiani fuori dall’Europa sono state, nell’ordine:
- Turchia (che ha importato dall’Italia oltre 18 mila tonnellate di rifiuti in plastica)
- Arabia Saudita (con oltre 10 mila tonnellate di rifiuti in plastica importati)
- Yemen (con oltre 10 mila tonnellate di rifiuti in plastica importati)
- Svizzera
- USA
- Emirati Arabi
Altro che riciclo
I nostri rifiuti in plastica vengono spediti all’estero teoricamente per essere riciclati. Per questo, una volta arrivati nel Paese di destinazione, vengono conteggiati dall’Italia come rifiuti effettivamente riciclati. Ma ci sono dei dubbi sul fatto che questo accada sempre nella maniera più corretta e l’Italia non controlla sul loro effettivo smaltimento. Molti Paesi in cui esportiamo, infatti, non sono dotati di impianti idonei per il riciclo. La maggior parte dei nostri rifiuti finisce quindi in discarica o dispersa nell’ambiente, alimentando un giro di affari illegale e pericoloso per la salute delle persone e del Pianeta.
Fermiamo la plastica e il colonialismo dei rifiuti
Per fermare questo fenomeno bisogna fermare le esportazioni di rifiuti extra-Ue e agire a monte, riducendo la produzione e il consumo di plastica. La plastica è un problema globale e ha bisogno di una soluzione globale.
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