La Grande Foresta del Nord (GFN), o Foresta Boreale, è la corona verde del nostro Pianeta: si estende per 16 milioni di chilometri quadrati – cioè circa il doppio della Foresta Amazzonica – dall’Alaska alla Russia, passando per il Canada e la Scandinavia. Rappresenta oltre un quarto delle foreste rimaste sulla Terra ed è il secondo più grande ecosistema terrestre del mondo, dopo le foreste tropicali.

La Grande Foresta del Nord occupa più della metà del territorio canadese, è casa di molte popolazioni indigene (Prime Nazioni) e ospita più di 20 mila tra specie animali e vegetali, svolgendo anche un ruolo fondamentale nel mitigare i cambiamenti climatici globali. Nonostante ciò, attualmente solo l’8 per cento della superficie forestale del Canada è protetta dalla legislazione e molte aree della Foresta Boreale sono minacciate dalla deforestazione.

Zittire chi protegge le foreste

Una grande società canadese, Resolute Forest Products, a suon di cause legali milionarie sta cercando di zittire Greenpeace e altre organizzazioni che combattono per la difesa della Foresta Boreale. In gioco non c’è solo il futuro della corona verde del nostro Pianeta, ma il diritto di Greenpeace e di altre Organizzazioni della Società Civile (OSC) di esporre crimini ambientali e chiedere ai responsabili di renderne conto.

Cos’è Resolute e perché sta cercando di mettere a tacere Greenpeace

Resolute Forest Products è la principale società canadese del settore del legno e della carta. Ha sede in Canada, a Montreal, e fornisce carta per la produzione di libri, riviste, giornali, cataloghi, volantini, elenchi telefonici. Per farlo, però, gestisce in maniera non sostenibile aree della Foresta Boreale canadese, violando i diritti delle Prime Nazioni, le popolazioni indigene che la abitano da sempre, e devastando l’habitat della fauna endemica, come il caribù, già in via d’estinzione.

Greenpeace Canada da anni denuncia queste pratiche insostenibili, basandosi anche su dati governativi e su ricerche corroborate da scienziati indipendenti. Resolute si è però rifiutata di collaborare con Greenpeace e alcuni dei suoi clienti hanno quindi deciso di interrompere le relazioni commerciali.

Il 23 maggio 2013 Resolute ha fatto causa per diffamazione a Greenpeace Canada presso la Corte Superiore dell’Ontario (Canada), chiedendo un risarcimento di 7 milioni di dollari canadesi (CAD). La causa è ancora in corso, ma gli attacchi legali di Resolute hanno subito una grave battuta d’arresto pochi giorni fa, il 9 marzo 2017, quando la Corte d’Appello dell’Ontario ha definito “scandalose e vessatorie” le accuse di Resolute nei confronti di Greenpeace Canada.

Il 31 maggio 2016 Resolute ha intentato un’altra causa legale, stavolta per 300 milioni di dollari canadesi, contro Greenpeace International, Greenpeace USA e un’altra Organizzazione della Società Civile, Stand.earth. Resolute ha presentato denuncia per diffamazione e violazione della “Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act” (legge RICO) presso la Corte Distrettuale della Georgia del Sud (Stati Uniti). Il RICO venne promulgato da Nixon nel 1970 per combattere il crimine organizzato di stampo mafioso. Appellandosi a questa legge, Resolute dunque paragona Greenpeace a un’organizzazione mafiosa.

Greenpeace ritiene che le accuse mosse da Resolute siano infondate e soprattutto che facciano parte di una strategia volta a opporsi alla partecipazione pubblica delle organizzazioni della società civile.

Strategic Lawsuit Against Public Participation (SLAPP)

Cause come quelle che Resolute sta conducendo contro Greenpeace vengono denominate Strategic Lawsuit Against Public Participation (cause strategiche contro la pubblica partecipazione). Si tratta di cause civili che, seppur spesso basate su accuse infondate, hanno come obiettivo quello di disincentivare la protesta pubblica, colpendo le tasche delle parti chiamate in causa. Si tratta cioè di uno stratagemma che potrebbe creare un precedente molto grave per soffocare sul nascere critiche e proteste.

Alziamo la voce!

Immaginate un mondo senza organizzazioni come Greenpeace, dove grandi compagnie come Resolute agiscono indisturbate e in cui per le Organizzazioni della Società Civile è difficile prendere parola, a causa dei troppi rischi legali e dei potenziali costi vertiginosi da affrontare.

Non possiamo smettere di denunciare chi distrugge le foreste e non vogliamo lasciare soli i loro abitanti. Per favore diffondete questa storia e scendete in campo con noi: facciamo sapere a Resolute che non rimarremo in silenzio!

Per maggiori informazioni: 

Logging Company Resolute’s Lawsuits to Silence Greenpeace

Timeline “History of Greenpeace and Resolute” 


 

AGGIORNAMENTO

Il 16 maggio 2017 Greenpeace pubblica un nuovo rapporto, “Clearcutting Free Speech: How Resolute Forest Products is going to extremes to silence critics of its controversial logging practices”, che descrive come l’azienda Resolute Forest Products stia sferrando un massiccio attacco legale a chi la critica, con l’obiettivo di ridefinire l’attivismo come attività criminale.

Leggi il comunicato stampa in italiano

A distanza di poche ore, la Corte statunitense del Distretto della Georgia del Sud stabilisce il trasferimento della causa Resolute vs Greenpeace nel Distretto Nord della California, dal momento che Resolute non è riuscita a dimostrare perchè il caso si sarebbe dovuto discutere in Georgia.

Leggi il comunicato di Greenpeace USA