Poche ore fa gli esperti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, hanno diffuso e consegnato ai governi di tutto il mondo il più completo rapporto di valutazione degli impatti climatici mai realizzato. Nel rapporto l’IPCC esamina impatti, adattamento e vulnerabilità dei territori alla crisi climatica, mostrando quando siano già gravi le conseguenze del riscaldamento globale, con perdite e danni diffusi alle persone e agli ecosistemi di tutto il mondo. Questo rapporto ci mette in guardia sulla necessità di agire subito ed è un avvertimento serio a non perdere ulteriore tempo con la finzione ecologica in voga in Italia.  

Servono azioni rapide e più coraggiose contro l’emergenza climatica

Rispetto all’ultima valutazione dell’IPCC, il nuovo rapporto mostra che i rischi della crisi climatica non solo si manifestano più in fretta, ma anche che sono destinati a diventare più gravi prima del previsto. Secondo l’IPCC nell’ultimo decennio la mortalità per inondazioni, siccità e tempeste è stata 15 volte più alta nelle regioni altamente vulnerabili rispetto alle regioni con una vulnerabilità minore. Il rapporto riconosce inoltre l’importanza cruciale di affrontare insieme la crisi climatica e quella ecologica, tra loro interconnesse. Solo proteggendo e ripristinando gli ecosistemi possiamo rafforzare la loro resilienza al riscaldamento globale, da cui dipende il benessere dell’umanità. Agire subito è vitale. 

Bisogna abbandonare subito i combustibili fossili e proteggere gli ecosistemi

Gli eventi climatici estremi impattano già anche il nostro Paese, come mostra la terribile siccità di questi mesi, mettendo a rischio l’agricoltura italiana. Dobbiamo abbandonare subito ogni investimento nei combustibili fossili e proteggere il 30 per cento degli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030. Tenere le rinnovabili bloccate e continuare a puntare sul gas fossile, che oggi è la principale fonte di emissioni, o addirittura ipotizzare di riaccendere le centrali a carbone è una trappola: garantisce extraprofitti ai giganti energetici come ENI, e un futuro pieno di pericoli per tutti noi. 

Che ai leader del mondo piaccia o no, questo rapporto definirà le future politiche climatiche

L’anno scorso, al vertice delle Nazioni Unite sul clima di Glasgow (COP26), i governi hanno ammesso di non fare abbastanza per limitare il riscaldamento entro la soglia di sicurezza di 1,5°C indicata dall’accordo di Parigi, accettando di rivedere gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni entro la fine del 2022. Al prossimo vertice sul clima (COP27), che si svolgerà in Egitto a fine anno, i governi saranno chiamati a rimediare al crescente divario tra le misure di adattamento, le perdite e i danni, e le profonde ingiustizie causate dalla crisi climatica, che l’IPCC ha evidenziato oggi in questo rapporto. Per non lasciare indietro nessuno, i diritti e i bisogni delle comunità più vulnerabili dovranno essere posti al centro dell’azione climatica. È arrivato il momento di agire e restare uniti!