#Lucispente nei trending topic di Twitter: non è un invito a lume di candela per San Valentino, anzi, tutt’altro. L’hashtag in voga oggi infatti è collegato all’altro tema caldo del momento: il #carobollette. E non potrebbe essere altrimenti vista l’incredibile crisi energetica che stiamo vivendo.

Le #lucispente sono infatti quelle dei Comuni italiani, che stasera spegneranno alcuni dei monumenti principali a simboleggiare le difficoltà a cui sono esposte le amministrazioni locali con il rialzo dei prezzi dell’energia.

Ma da cosa dipende questo caro bollette da incubo? Lo abbiamo detto e ridetto non solo noi “ambientalisti”, ma anche esperti del settore energetico, se non direttamente amministratori delegati: la colpa della crisi del costo dell’energia è  il mercato del gas fossile.

Il Governo, che ha messo sul tavolo risorse per aiutare famiglie e imprese a coprire in parte il rialzo folle dei prezzi in bolletta, sembra solo rincorrere la volatilità dei prezzi del gas e per giunta lo fa male: per trovare i soldi con cui coprire i rincari, infatti, si è deciso di colpire le rinnovabili, mentre chi ha fatto extra-profitti col gas non è stato neppure messo in discussione.

Eppure non è l’unica mossa sbagliata e miope che l’esecutivo si accinge a varare: secondo la stampa infatti il governo non avrebbe intenzione di fare alcuno scostamento di bilancio e si sta valutando una misura per facilitare il raddoppio dell’estrazione di gas dai giacimenti nazionali off shore. In due parole: vogliono trivellare.

Una soluzione assurda dal punto di vista ambientale, energetico ed economico, che non è neppure in grado di mettere una toppa nel breve periodo, per alcuni semplici motivi che inspiegabilmente il governo “dei migliori” non accenna a voler vedere, ma che noi invece vi vogliamo elencare per filo e per segno:

  • Il gas estratto in Italia, come nel resto del mondo, è venduto a prezzi di mercato, sul mercato. Detto diversamente: allo stato attuale non può essere venduto solo in Italia a prezzi calmierati perché, come qualcuno ha già fatto notare, si tratterebbe di un aiuto di Stato.
  • Se anche si costringessero gli operatori che estraggono gas nei fondali italiani a venderlo solo sul mercato interno a un prezzo indicato dallo Stato, quest’ultimo sarebbe poi costretto a ripagare ai petrolieri le mancate entrate, in un circolo vizioso in cui quello che viene risparmiato con la mano destra, viene speso con la sinistra.
  • Le risorse di gas nel nostro Paese sono irrisorie, e per aumentare questa produzione (che secondo le fonti di stampa si vorrebbe raddoppiare), ci vorrebbero un paio d’anni: un tempo entro il quale probabilmente la volatilità dei prezzi del gas e la crisi energetica che stiamo vivendo sarà esaurita.

Le decisioni dell’esecutivo che trapelano dalla stampa dimostrano chiaramente qual è il vero obiettivo di queste arrampicate sugli specchi: affossare le rinnovabili, che sarebbero invece l’unica via di uscita in questo contesto di forte dipendenza energetica dal gas

Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

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