Il danno è inimmaginabile.

Quasi 100 mila persone evacuate, oltre 2400 tra costruzioni e case distrutte. Famiglie intere costrette a vivere in palestre, hotel e accampamenti. Un processo di ricostruzione che, malgrado gli eroici sforzi dei pompieri e di tutti gli operatori sul campo, richiederà anni.

L’incendio, soprannominato “La bestia”, sta tuttora avanzando. Nonostante lo straordinario lavoro dei pompieri e il recente abbassamento delle temperature, sembra che il fuoco non si spegnerà prima di settimane, se non mesi, e solamente grazie alle piogge che Madre Natura manderà sulla Terra. L’incendio copre un’area tre volte più grande della città di Chicago, e ha un’estensione pari a quasi il doppio della città di Los Angeles.

Gli analisti delle compagnie di assicurazione prevedono che le perdite per le aziende di Fort Mc Murray potrebbero arrivare a 9 miliardi di dollari. Se così fosse, questo sarebbe il più drammatico e costoso disastro nella storia del Canada.

Ma il dramma non si sta consumando solo a Fort Mc Murray: in queste ore 36 incendi stanno divampando nella regione dell’Alberta e altri 39 nella British Columbia. Nell’Alberta quest’anno ci sono già stati oltre 311 incendi, e la cosa più preoccupante è che siamo solo a maggio, con i mesi più caldi dell’anno che devono dunque ancora arrivare.

Purtroppo, secondo gli studi dell’Università di Alberta e dell’Università di Toronto, questa tragica situazione potrebbe diventare la normalità. Gli scienziati infatti avvertono che “La bestia” è solo uno dei volti dei cambiamenti climatici. Vista la situazione di emergenza è giusto nell’immediato fare di tutto per assicurare la sicurezza delle persone e per supportare coloro che sono stati obbligati a lasciare le proprie case, ma nel lungo termine dobbiamo però iniziare a chiederci quali siano le cause profonde di quanto sta accadendo, e quali azioni vadano intraprese per ridurre la frequenza e l’intensità di questi eventi.

Maggio sarà probabilmente il dodicesimo mese consecutivo più caldo mai registrato a livello globale. Il giorno in cui le fiamme hanno iniziato a divampare a Fort Mc Murray, in Alberta sono stati registrati 24 diversi record di temperatura.

Proprio queste condizioni climatiche hanno causato l’inizio anticipato della stagione degli incendi in questa regione. Il Canada viene inoltre da un 2015 devastante in termini di fiamme, con oltre 7 mila incendi che hanno bruciato 4 milioni di ettari di terra.

La cosa più preoccupante è che dobbiamo attenderci sempre più eventi come questo. Secondo Mike Flannigan dell’Università dell’Alberta, “oggi abbiamo due o tre incendi gravi ogni decennio, ma per metà secolo ce ne saranno quattro o cinque al decennio”. Sono gli innegabili impatti dei cambiamenti climatici e non possiamo più ignorarli.

L’Alberta non può combattere i cambiamenti climatici da sola, c’è bisogno di leadership a livello internazionale. La crisi climatica è un problema globale, e si risolverà solamente se aumenteranno l’ambizione e gli sforzi di ogni Paese.

Oggi, dopo che l’intero Pianeta ha visto quali sono i danni che eventi estremi legati ai cambiamenti climatici possono causare, e dopo che ognuno di noi ha visto come un incendio come “La bestia” può distruggere vite e intere comunità, la speranza è che si inizi ad agire tutti insieme, per fare in modo che eventi di questo genere siano sempre meno, numerosi garantendo la sicurezza del Pianeta e di ognuno di noi.

 

Luca Iacoboni

Autore

Luca Iacoboni
Responsabile della campagna Clima e Energia di Greenpeace Italia, si occupa in particolare di energie rinnovabili e disinvestimento. Laureato in “Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo”, è stato volontario ed attivista di Greenpeace per oltre 7 anni.