Attivisti mascherati da Draghi e Cingolani su una trivella firmano il “patto della finzione ecologica” con Eni

Stamattina i nostri attivisti e le nostre attiviste sono entrati in azione sulla piattaforma “Porto Corsini”, al largo delle coste di Ravenna, per denunciare il “Patto della finzione ecologica” che vincola il nostro Paese a fonti fossili come gas e petrolio.

Mentre attiviste e attivisti con maschere di Cingolani e Draghi inscenavano la stipula di questo “patto” alla presenza del Cane a sei zampe, altri hanno esposto sulla trivella il messaggio “Basta bugie di Eni, nascondere CO2 non salva il clima” ed un gruppo di attiviste e attivisti ha scritto “No CCS” sulle pareti della piattaforma di ENI. Il riferimento è al CCS, il controverso progetto di cattura e stoccaggio della CO2 che Eni vorrebbe realizzare proprio a Porto Corsini, finanziato con soldi pubblici.

È bene che il governo getti la maschera: vuole stare dalla parte del clima o dei grandi emettitori come ENI, che vorrebbero continuare con gas fossile e petrolio, ricevendo magari fondi pubblici? Progetti come il CCS servono solo a continuare a estrarre e bruciare gas fossile e non possono essere finanziati con soldi pubblici!

In contemporanea, a pochi km di distanza, un altro gruppo di attivisti e attiviste ha bloccato simbolicamente uno degli ingressi del Med Energy Conference Exhibition, appuntamento cui partecipano alcune delle aziende più impattanti sul clima del pianeta – come ENI, Shell e Total – e istituzione locali, tra cui il sindaco di Ravenna, e delegati di governi di Libia, Egitto, Cipro, Italia. La sicurezza del convegno ha inizialmente cercato di nascondere dietro transenne gli attivisti per celare il dissenso alla vista dei delegati, esattamente come l’industria dei combustibili fossili cerca di nascondere le emissioni di CO2 con false soluzioni come il CCS e le proprie responsabilità nella crisi climatica dietro la cortina di fumo del greenwahing.

I piani dei petrolieri non sono affatto rassicuranti, nonostante vengano sempre “propinati” come green, tuttavia neppure le scelte del governo italiano vanno nella giusta direzione. In queste ore infatti scade la moratoria sulle trivelle. Senza l’approvazione di un Piano “serio” per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) le trivellazioni rischiano di ripartire come nulla fosse.

Invece di fermare per sempre questi progetti e invertire concretamente la rotta, il  governo italiano lascia aperta la porta a nuove trivellazioni, mettendo a rischio la salute del clima e dei nostri mari!

Basta greenwashing: è ora di cambiare la politica energetica di questo Paese con i fatti, investendo in rinnovabili ed efficienza energetica!