Irving e Dorothy Stowe, tra i primi fondatori di Greenpeace, sono cresciuti in un periodo storico segnato da due guerre mondiali, ma anche dalla nascita del movimento globale per la pace e del movimento di azione diretta nonviolenta ispirato da Gandhi.  

Irving Strasmich nasce nel 1915 a Providence, nel Rhode Island, in una famiglia ebrea che dà molto importanza a un’educazione cosmopolita. Nel 1936 si laurea in economia alla Brown University e poi frequenta la Yale Law School. È un sostenitore del New Deal di Franklin Roosevelt, che considera una speranza per la classe operaia nel sistema capitalistico americano. Finiti gli studi, Irving contribuisce a redigere la legislazione antitrust, ottiene la licenza da pilota e sostiene l’intervento statunitense durante la Seconda guerra mondiale, prestando servizio presso l’Office of Strategic Services (OSS), il precursore della CIA ai tempi della presidenza Roosevelt. È convinto che gli Stati Uniti possano contribuire ad affermare le libertà democratiche in tutto il mondo. Tuttavia, resta così sconvolto dalla bomba di Hiroshima che scoppia in lacrime davanti alla Casa Bianca e decide di tornare a casa per lavorare come avvocato alla Tax Commission del Rhode Island.

Dorothy Rabinowitz nasce a Providence nel 1920 da genitori emigrati dalla Galizia. Sua madre, un’insegnante di ebraico, e suo padre, un gioielliere, frequentano illustri attivisti politici ebrei, incluso Chaim Weizmann, che in seguito diventerà il primo presidente di Israele. Dopo la laurea in letteratura inglese al Pembroke College, Dorothy lavora come responsabile degli acquisti per la Marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale. Si unisce alla Women’s International League for Peace and Freedom e diventa presidente del primo sindacato dei dipendenti statali del Rhode Island. Quando riesce a spuntare un aumento salariale del 33% per gli assistenti sociali, il governatore democratico John Pastore la definisce “una comunista”.

Irving e Dorothy si incontrano nel 1951 a un appuntamento al buio alla Brown University. All’epoca Irving suonava il violino e frequentava il Celebrity Club di Providence, dove aveva registrato le performance di Louis Armstrong e Duke Ellington. I musicisti jazz neri lo invitano alla National Association for the Advancement of Colored People, la NAACP. La coppia si sposa nel 1953. Le nozze sono celebrate da un rabbino, mentre il celebre pianista jazz George Shearing fa da testimone. Trascorrono la prima notte di matrimonio a un banchetto di beneficenza per la NAACP.

​​In seguito, Dorothy e Irving si uniscono alla Quaker Society of Friends, diventano attivisti per la pace e partecipano alle proteste contro le armi nucleari. Fanno propria l’idea quacchera di “portare la testimonianza” e denunciare le ingiustizie. Irving è convinto che il pacifismo non sia affatto antipatriottico e offre consulenze legali pro bono ai cittadini portati davanti al Comitato per le attività antiamericane della Camera degli Stati Uniti del senatore Joseph McCarthy. Mattiniero e incallito scrittore di missive, Irving scrive lettere al presidente Eisenhower, al segretario alla Difesa Charles Wilson e ai redattori del New York Times prima ancora di fare colazione.

Un movimento globale per la pace 

Nel 1955 Irving e Dorothy Strasmich hanno un figlio, Robert, e l’anno seguente una figlia, Barbara. Ispirati dall’esempio di Gandhi, sono convinti che agendo con integrità e coraggio i cittadini possano avere la meglio sui potenti. Dalla tradizione quacchera, Irving adotta l’idea di “sostituire la cultura della morte con una cultura della vita”, un grido di battaglia che lo accompagnerà per il resto della vita.

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, comincia a prendere forma un movimento globale per la pace. A Londra, Bertrand Russell istituisce l’Unione internazionale degli scienziati contro i test nucleari. Sul letto di morte, Albert Einstein scrive una dichiarazione a favore del disarmo che viene firmata da 52 premi Nobel.

Nel frattempo, Barry Commoner, biologo di Harvard, scopre la presenza di stronzio-90, un elemento radioattivo prodotto dalle esplosioni nucleari, nei denti di latte dei bambini di St. Louis, scuotendo le coscienze di molte persone. Gli eserciti sono ormai tra i peggiori inquinatori al mondo e il movimento per la pace, il movimento per i diritti civili e il movimento ecologista iniziano a convergere.

Quando la legge federale statunitense rende obbligatorie le esercitazioni di protezione civile, Irving e Dorothy si uniscono alla War Resisters League rifiutandosi di scendere nei rifugi. Irving sostiene che nessuno può sfuggire a un attacco nucleare, che la corsa agli armamenti è uno spreco di risorse e che le radiazioni dei test atomici stanno avvelenando la gente. Irving e Dorothy insistono affinché il movimento per il disarmo integri classi, religioni e culture diverse, e riesca a schierare imprenditori e sindacalisti fianco a fianco nelle marce per la pace. 

Nella primavera del 1960 gli attivisti della A.J. Muste’s Campaign for Nonviolent Action marciano da Boston a Groton, nel Connecticut, per protestare contro i sottomarini statunitensi armati con missili nucleari. Irving e Dorothy ospitano i manifestanti che passano per Providence e si uniscono a loro quando si incamminano verso il cantiere navale. Un piccolo gruppo, a bordo di barche a remi, si spinge fino ai sottomarini. Ma quando gli attivisti cercano di salire a bordo, vengono arrestati e condannati a 19 mesi di carcere. 

Nel 1961 il presidente Kennedy invia i primi contingenti di marines in Vietnam. Irving e Dorothy decidono di lasciare gli Stati Uniti per non contribuire, con le loro tasse, alle spese militari e ai test nucleari. Si trasferiscono in Nuova Zelanda, dove Irving trova una posizione alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Auckland e Dorothy lavora come assistente sociale. 

In Nuova Zelanda adottano il cognome “Stowe”, ispirati da Harriet Beecher Stowe, un’autrice americana abolizionista e femminista del XIX secolo, che nei suoi libri elogiava i pacifisti quaccheri. Gli Stowe guidano marce per la pace al consolato degli Stati Uniti e partecipano alle riunioni dei quaccheri. Tuttavia, quando nel 1965, sotto la pressione del Governo statunitense, anche la Nuova Zelanda inizia a inviare truppe in Vietnam, gli Stowe, indignati, sono costretti a cercare una nuova casa. 

Nell’aprile del 1966, sulla via del ritorno dal Rhode Island, Irving si ferma a Vancouver, in Canada. La città è baciata dal sole, gli alberi da frutto sono in fiore, e l’acqua azzurra e le montagne innevate gli riempiono il cuore di pace. Il Canada non ha mandato truppe in Vietnam e non ha problemi ad accogliere i pacifisti americani renitenti alla leva. Irving e Dorothy decidono di trasferirsi qui con la famiglia; adesso Bobby ha undici anni e Barbara dieci.

Acquistano una casa di legno a due piani nel tranquillo quartiere di Point Grey, vicino all’Università della British Columbia. Gli Stowe, tuttavia, non sono ingenui: sanno che le compagnie canadesi estraggono uranio per le armi atomiche americane e che una quarantina di università canadesi sono impegnate in ricerche che contribuiscono allo sforzo bellico. Irving scopre che alcune aziende canadesi a Suffield, in Alberta, forniscono armi chimiche e biologiche agli Stati Uniti, tra cui il napalm e l’agente Orange usati in Vietnam. Ma gli Stowe sanno anche che non hanno un altro posto in cui fuggire. Decidono di restare in Canada e impegnarsi per la pace. 

Irving, che ha 51 anni, dice a Dorothy che per lui è arrivato il momento di diventare un attivista a tempo pieno. Dorothy trova un lavoro nei servizi sociali e Irving si registra come consulente immobiliare privato, ma dedicherà il resto della sua vita a cercare di impedire la proliferazione nucleare e a costruire la pace. La loro placida casa a Vancouver sarà presto al centro di una vicenda internazionale.

Facciamo in modo che sia una pace verde

A Vancouver l’attenzione di Irving è catturata da due giornalisti: Bob Hunter, autore di una rubrica sul Vancouver Sun che affronta questioni progressiste come la pace, i diritti civili, i diritti delle donne e l’ecologia; e Ben Metcalfe, conduttore di un programma della CBC, Klahanie, dedicato alla natura e a storie di ecologia locale. Irving inizia una corrispondenza con entrambi, promuovendo gli eventi del movimento per la pace. A una manifestazione contro la guerra, incontra anche i pacifisti Jim e Marie Bohlen, che diventano amici intimi. 

Negli anni successivi, gli Stowe sostengono praticamente tutte le campagne ecologiche o di disarmo che si svolgono a Vancouver. Sono membri del Quaker Friends Service Committee, del World Peace Council e della BC Environmental Coalition (BCEC). Con la Society to Advance Vancouver Environment (SAVE) promuovono un’area pedonale nel centro della città, mentre con Stop Pollution from Oil Spills (SPOILS) protestano contro il traffico di petroliere sul Georgia Straight. Dorothy tiene traccia della corrispondenza e risponde a ogni offerta di sostegno. Con il suo lavoro mantiene l’intera famiglia e fa da segretaria a diversi gruppi. Il suo schedario è un mare di acronimi. 

Nell’agosto del 1969, gli Stati Uniti annunciano il test Milrow con una bomba atomica da un megatone, programmato per l’ottobre successivo sull’isola di Amchitka, 4.000 chilometri a nord-ovest di Vancouver, nell’arcipelago delle Aleutine. Irving e Dorothy guidano le marce per la pace all’ambasciata degli Stati Uniti, dove incontrano Deeno Birmingham del BC Voice of Women e Lille d’Easum, che scrive di radiazioni nucleari. Anche Bob Hunter ha scritto un articolo sul rischio che l’esplosione possa causare uno tsunami. Gli Stowe lo incontrano a una manifestazione organizzata al confine con gli Stati Uniti, dove Bob esibisce un cartello con la scritta: Don’t Make a Wave: Stop the Bomb (Non fare l’ondata: ferma la bomba). È in quel momento che decidono di creare insieme un’associazione per fermare i test nucleari statunitensi. 

Non fare un'ondata Comitato.  © Robert Keziere

Ignorando le proteste, il mattino dopo gli Stati Uniti portano a termine il test Milrow facendo detonare la bomba a circa 1.300 metri di profondità. L’esplosione solleva la superficie dell’isola di cinque metri. I pesci sono spazzati via dai laghi, pezzi di granito grandi come una casa finiscono in mare, mentre uccelli nidificanti e carcasse di lontre marine galleggiano tra la schiuma del litorale. L’Università di Victoria registra un’onda d’urto di magnitudo 6,9 sulla scala Richter. Quando gli Stati Uniti annunciano per l’autunno del 1971 un nuovo test cinque volte più potente, gli Stowe, insieme a Bob e Zoe Hunter, Ben e Dorothy Metcalfe, Birmingham, d’Easum, i Bohlen e altri attivisti per la pace si incontrano a casa Stowe per pianificare come fermare l’esplosione. Prendendo in prestito lo slogan di Hunter, chiamano la nuova organizzazione “The Don’t Make A Wave Committee”.

La partecipazione cresce e il gruppo decide di riunirsi nella Chiesa Unitaria dove c’è più spazio. Marie Bohlen, prendendo ispirazione da una tattica quacchera, ha un’idea: “Dovremmo condurre una barca nell’area dei test atomici”. L’idea piace a tutti e si decide di trovare una barca. Quando termina l’incontro, Irving, come solito, fa il segno “V” di pace. Il ventiduenne Bill Darnell, che aveva organizzato una “Carovana ecologica” nella regione, gli replica: “Facciamo in modo che sia una pace verde!”

Dorothy Stowe e Marie Bohlen.  © Greenpeace

Da quello slogan spontaneo di Darnell, capace di esprime in modo perfetto la fusione in atto tra i movimenti per la pace e per l’ecologia, nasce l’idea di chiamare la campagna “Green Peace”. Il figlio di Marie Bohlen, Paul, crea un distintivo con lettere verdi su sfondo giallo, con il simbolo dell’ecologia, il simbolo della pace e, al centro, un’unica parola: “Greenpeace”. 

Amchitka

Per noleggiare la barca, comprare il carburante e le provviste per il viaggio servono 45.000 dollari. I distintivi realizzati da Paul, venduti a venticinque centesimi l’uno, non bastano certo a finanziare la campagna, così Irving decide di organizzare un concerto di beneficenza. Scrive a Joan Baez, che aveva conosciuto otto anni prima tramite il Committee for Nonviolent Action. Baez non può esibirsi, ma dona 1.000 dollari e dà a Irving i numeri di telefono di Joni Mitchell e Phil Ochs. Quando entrambi accettano di esibirsi, Irving fissa la data del concerto per il 16 ottobre 1970.

Joni Mitchell invita anche l’astro nascente James Taylor e la band canadese Chilliwack si unisce allo show, che fa il tutto esaurito. L’artista pacifista Phil Ochs apre il concerto con la sua “I Ain’t Marchin’ Anymore”. I Chilliwack portano la loro euforia rock and roll e James Taylor sbalordisce la folla con “Carolina In My Mind” e “Fire And Rain”. Grida di gioia accolgono infine “Chelsea Morning” e “Big Yellow Taxi” di Joni Mitchell. Irving, sorridendo e facendo il segno della pace, le consegna dei fiori.

Tolte le spese, l’evento frutta oltre 17.000 dollari. Alla fine di ottobre, il comitato Don’t Make A Wave ha raccolto 23.467,02 dollari. Neanche a dirlo, i conti sono tenuti in modo impeccabile da Irving e Dorothy Stowe.

Attraversare il Golfo dell’Alaska durante la stagione delle tempeste autunnali, tuttavia, non è uno scherzo. Alcuni marinai li prendono per pazzi. Ma sul lungomare a sud di Vancouver, Jim Bohlen incontra il pescatore John Cormack, che accetta di portarli all’isola di Amchitka con la sua barca da pesca di 63 piedi.  

Irving Stowe non può salire a bordo per colpa del suo mal di mare, mentre Marie Bohlen, che all’inizio pensava di unirsi all’equipaggio, a pochi giorni dalla partenza decide che lasciare i bambini da soli è troppo rischioso, così parte solo suo marito Jim mentre lei resta a terra.

La sera del 15 settembre 1971, la Phyllis Cormack, ribattezzata Greenpeace in occasione del viaggio, salpa verso Vancouver. Irving, Dorothy e Marie danno supporto da terra insieme ad altri volontari. Dorothy Metcalfe, che è una giornalista esperta, organizza il collegamento radio con la barca e trasmette le notizie ai media, facendo pressione sul primo ministro canadese Pierre Trudeau affinché, a sua volta, faccia pressione sul Governo degli Stati Uniti.

La spedizione cattura subito l’attenzione pubblica. Nel frattempo, Robert e Barbara Stowe aiutano a organizzare la protesta degli studenti di Vancouver, mentre Irving e Dorothy riescono finalmente a far marciare insieme i dirigenti delle aziende e i sindacati. La rivista Time scrive: “Raramente, se mai è successo, tanti canadesi hanno provato un senso di risentimento così profondo per una singola azione degli Stati Uniti”. Trenta senatori statunitensi esortano il Governo Nixon a fermare il test nucleare. 

Lungo la costa canadese, la comunità indigena Kwakwa̱ka̱ʼwakw di Alert Bay, invita l’equipaggio a una cerimonia per benedire il viaggio. Quando gli attivisti raggiungono le Isole Aleutine, la guardia costiera degli Stati Uniti sequestra la nave e la rimanda a Sand Spit, in Alaska, per i controlli doganali, ritardando così il viaggio. Il 6 novembre 1971, prima che l’imbarcazione possa raggiungere Amchitka, gli Stati Uniti fanno esplodere una bomba da 5,2 megatoni. La detonazione crea una caverna fusa all’interno della roccia, fessura il substrato vulcanico e apre un cratere largo un miglio sulla superficie dell’isola. 

Gli attivisti non sono riusciti a fermare l’esplosione e sentono di aver fallito, ma al rientro a Vancouver sono ugualmente accolti come eroi. Il loro viaggio è riuscito a catturare l’immaginazione degli attivisti di tutto il mondo. L’opposizione ai test di Amchitka diventa talmente forte che l’anno successivo il presidente Nixon annulla il programma di test sull’isola. Uno dei gruppi ambientalisti più influenti del ventesimo secolo inaugura così una nuova tattica di protesta originale e spettacolare.

Nel maggio 1972, il gruppo cambia ufficialmente nome in The Greenpeace Foundation. Hunter, Darnell e altri attivisti progettano nuove azioni, che nel 1975 porteranno alla famosa campagna per le balene e, infine, faranno diventare Greenpeace un’organizzazione globale. 

Dorothy e Irving Stowe stanno insieme fuori, con Bree Drummond, Jim Bohlen e Rod Marining nelle vicinanze nel 1971. Tutti indossano magliette gialle e verdi di Greenpeace.

Irving Stowe è morto il 28 ottobre 1974, a 59 anni, per un cancro al pancreas. La sua scomparsa ha fatto riflettere il gruppo e ha ricordato a tutte le persone l’importanza della sua missione. “Nessuno può dire che Irving abbia perso tempo qui”, ha scritto Bob Hunter nella sua rubrica sul Vancouver Sun. “Mentre gli altri aspettavano di vedere quale nuovo incubo si sarebbe materializzato, Irving lo stava già combattendo senza tregua per sconfiggerlo”.

Dopo la morte di Irving, Dorothy Stowe ha continuato a lottare per la pace e la giustizia sociale e ha potuto assistere alla crescita di Greenpeace in tutto il mondo. Nel 2005, quando gli U2 hanno suonato a Vancouver, Bono ha invitato Dorothy allo spettacolo, dedicandole la canzone “Original of the Species”. Dorothy si è spenta serenamente il 23 luglio 2010 a Vancouver, all’età di 89 anni.

Irving e Dorothy Stowe sono stati dei leader naturali. Le loro azioni e il loro esempio hanno ispirato molte altre persone a impegnarsi per dare vita a una delle organizzazioni ambientaliste e pacifiste più attive nel mondo.