Il 12 e 13 giugno del 2011 con 27 milioni di voti, gli elettori si espressero per fermare i piani nucleari del governo, bocciando per la seconda volta il nucleare nel nostro Paese.

La scelta fatta dieci anni fa si è rivelata non solo giusta, ma anche lungimirante. Dieci anni fa in Europa erano in costruzione due reattori EPR, gli stessi che avremmo dovuto costruire in Italia: sono ancora in costruzione e a costi esorbitanti. Per produrre elettricità, infatti, oggi l’eolico e il fotovoltaico sono molto più competitivi del nucleare. E con batterie industriali sempre più efficienti ed economiche si può accumulare l’energia in eccesso per quando serve e alimentare le automobili.

L’energia nucleare non può essere un’opzione contro l’emergenza climatica perché bisognerebbe costruire centinaia di nuove centrali: servirebbero decenni e sarebbe troppo tardi. Non è neppure un’energia pulita, perché bisogna considerare l’intero ciclo del nucleare e le scorie possono restare pericolose per centinaia di migliaia di anni. 

Ecco perché oggi possiamo celebrare quel voto di dieci anni fa con cui gli italiani hanno archiviato nei libri di storia una tecnologia obsoleta e pericolosa.