Negli ultimi mesi abbiamo parlato molto della lotta degli indigeni Munduruku contro la costrizione della diga di São Luiz do Tapajós, nell’Amazzonia brasiliana [un obiettivo raggiunto pochi giorni fa grazie al sostegno di oltre un milione di persone]. Ma i Munduruku non sono le uniche vittime di folli mega-progetti che mettono a rischio le persone e l’ambiente.

Oggi, Giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo, vogliamo ricordare la drammatica situazione degli indigeni Lenca che si oppongono alla costruzione di un’altra diga, quella di Agua Zarca, in Honduras.

Il blog che leggerete di seguito è di Salvador Zuniga Edgardo Cáceres, figlio di Berta Cáceres, attivista ambientale internazionalmente nota (vincitrice dell’edizione 2015 del Goldman Environmental Prize), indigena Lenca e co-fondatrice del Consiglio delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH).

Berta è stata uccisa in Honduras, nella sua casa, il 3 marzo 2016. Al suo omicidio ne sono seguiti altri due, sempre di membri del COPINH:  Nelson Garcia, il 15 marzo 2016 e Lesbia Yaneth Urquia, il 6 luglio 2016.

Questi omicidi sono la manifestazione più estrema degli abusi e delle violenze sistematiche che i difensori dell’ambiente subiscono in Honduras.

Vi preghiamo di leggere il messaggio di Salvador e unirvi a lui per chiedere giustizia.


Hanno ucciso mia madre perché difendeva l’ambiente: aiutatemi ad ottenere giustizia 

A marzo, mia madre, Berta Cáceres, è stata assassinata in casa sua. La sua morte mi addolora in un modo che non posso descrivere a parole. 

È stata uccisa perché difendeva la vita, i nostri beni comuni e quelli della natura, che sono sacri. È stata uccisa per aver difeso i fiumi, che sono fonte di vita, forza ancestrale e spiritualità.

 

Mia madre è diventata una donna di resistenza, di lotta e così facendo il nostro profondo legame con la natura non è stato distrutto; così facendo la vita del nostro popolo – gli indigeni Lenca dell’ Honduras – è stata rispettata. I suoi assassini hanno cercato di farla tacere con le pallottole, ma lei è un seme, un seme che rinasce in tutti gli uomini e le donne. Lei è un seme che rinascerà nelle persone che seguono il suo percorso di resistenza.

 

Per ottenere giustizia per la sua morte, ho bisogno del tuo aiuto. Per favore unisciti a me e chiedi al Presidente honduregno Juan Orlando Hernández di avviare un’indagine indipendente sulla morte di mia madre.

 

L’Honduras è uno dei paesi più pericolosi al mondo per gli attivisti ambientali: più di 100 sono stati uccisi tra il 2010 e il 2014[1].

 

Queste cifre mi fanno rabbrividire. Questi attivisti hanno perso la vita difendendo ciò che appartiene a tutti noi, e mia madre non è stata l’eccezione. Era stata minacciata e perseguitata più volte per voler salvaguardare il territorio del nostro popolo. Già prima dell’omicidio di mia madre, due delle mie sorelle hanno dovuto lasciare il Paese. Ma nostra madre non ha voluto interrompere la lotta contro la costruzione della diga di Agua Zarca.

 

Se venisse costruita, la diga di Agua Zarca obbligherebbe il nostro popolo ad andarsene e porterebbe alla privatizzazione e distruzione dei nostri territori. E ha già portato all’omicidio di coloro che hanno avuto abbastanza determinazione e chiarezza per capire che la vita non è una merce.

 

Chi voleva la costruzione della diga non riusciva a fermare mia madre. Con la sua gente accanto, lei era diventata invincibile. Così, degli assassini hanno fatto irruzione nella sua casa e hanno aperto il fuoco contro di lei.

 

Siamo indignati non solo a causa dei proiettili che l’hanno uccisa, ma anche perché i suoi assassini sono rimasti impuniti. Vi prego di unirvi alla mia richiesta di condurre un’indagine indipendente sulla morte di mia madre.

 

Berta era solita dire: “La difesa dei diritti umani è un crimine in Honduras.” Sapeva che quel che stava facendo avrebbe messo a rischio lei ed i suoi cari, ma non le importava. Insieme al Consiglio delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH) – organizzazione co-fondata da mia madre – ha difeso le comunità indigene e ha dato la sua vita.

 

Oggi, la nostra famiglia, il popolo Lenca, e migliaia di honduregni chiedono giustizia.

 

Ci riusciremo solo se spingeremo il Presidente del mio Paese a lasciare che sia la Commissione Interamericana sui diritti umani a portare avanti le indagini sull’omicidio. Non possiamo fidarci del sistema di giustizia honduregno.

 

“Tu hai il proiettile… io ho la parola.

Il proiettile muore quando esplode, la parola vive quando viene diffusa.”

— Berta Cáceres

 

Oggi, dobbiamo essere quella parola. Mia madre ha dato la sua vita per difendere l’umanità e il Pianeta, ora tocca a noi a chiedere giustizia per suo conto.

 

Salvador Zuniga Edgardo Cáceres

Greenpeace Italy

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