Leggi il documento con tutte le osservazioni di Greenpeace Italia al Programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi

Greenpeace non condivide la strategia scelta dall’Italia, basata sull’unica ipotesi di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine i rifiuti di bassa attività e, “temporaneamente”, i rifiuti di media ed alta attività. Oltre ad essere l’unico caso al mondo di gestione combinata dei rifiuti, tutto ciò ha implicazioni non secondarie, come:

a. la decisione di “nuclearizzare” un nuovo sito vincolandolo a lungo termine alla presenza di scorie pericolose;

b. l’ipotesi (tutta da verificare) che vi sia un consenso dei cittadini, e degli enti che li rappresentano territorialmente, a ospitare il deposito unico.

Sarebbe stato più logico verificare più scenari e varianti di realizzazione del Programma e applicare a questi una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in modo da evidenziare i pro e i contro delle diverse soluzioni.

Commenti specifici

  1. Presupposti del Programma Nazionale

Il Programma Nazionale parte da alcuni presupposti che, invece, dovrebbero essere l’esito di una Valutazione Ambientale Strategica, capovolgendo dunque il senso della VAS:

  • Il Deposito Nazionale unico è dato da previsione normativa, anticipando un esito che invece dovrebbe essere legato sia alla procedura che alla disponibilità degli enti territoriali ad accettare di ospitare il Deposito;
    • il secondo assunto è che tutti i siti attuali siano con certezza e nei tempi previsti ripristinabili allo stato di green field, cosa che invece dovrebbe risultare da una analisi tecnica;
    • liberare i siti attuali è assunto come presupposto e non come esito di un percorso.

In questo senso il Programma “mette il carro davanti ai buoi” ed elimina la possibilità di una valutazione comparativa relativamente ad altre ipotesi quali la realizzazione di più depositi di stoccaggio (dedicati a specifiche classi di rifiuti) ovvero la gestione dei rifiuti radioattivi a lungo termine nei siti esistenti. Quest’ultima ipotesi in particolare andrebbe considerata nel caso di esito negativo della procedura di individuazione del sito per il Deposito Nazionale.

Un programma sostanzialmente indeterminato

Il Programma di fatto definisce una modalità per la gestione di una lunga “transizione” verso una soluzione definitiva che allo stato non esiste. Inoltre, il Programma è indeterminato per quanto riguarda le dimensioni effettive del deposito che si intende costruire: se, come auspicabile, si include nel Programma la gestione dei rifiuti radioattivi da bonifica occorrerebbe una valutazione più precisa dei volumi. Il Programma è indeterminato anche per quanto riguarda l’assenza di un inventario radioattivo dettagliato

Conclusione

Greenpeace rileva che il Programma Nazionale parte da una strategia, per quanto indeterminata in sue parti essenziali, che presenta un unico esito pre-stabilito, e non propone invece diversi scenari su cui aprire la VAS e dunque condurre la consultazione tra le parti interessate.  Il Programma Nazionale – oltre alle indeterminatezze sopra citate – non intende, come è ovvio, risolvere la questione definitivamente, ma di fatto propone una lunga transizione, dell’ordine di un secolo, in cui la parte minore in volume dei rifiuti nucleari, ma fortemente maggioritaria della radioattività, è gestita “temporaneamente” in un Deposito unico che non può ospitarla definitivamente.

È necessario includere nel Programma anche altre opzioni su cui fare una VAS che consenta di comparare costi e benefici rispetto alla sola opzione del Deposito unico. Tra le opzioni da considerare anche una “opzione zero” che preveda la opportuna strategia di gestione delle diverse tipologie di rifiuti nei siti esistenti o in alcuni di essi dopo accurata valutazione.

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