Questa mattina cinque attivisti di Greenpeace hanno scalato la facciata di 14 piani della sede della Commissione Europea, a Bruxelles, ed esposto uno striscione di 30 metri con il messaggio “Amazon fires – Europe guilty” per denunciare il ruolo dell’Unione europea negli incendi in Amazzonia. Lo striscione ha riprodotto un foro nell’edificio attraverso il quale si vede l’Amazzonia in fiamme. Gli attivisti hanno utilizzato fumo e cenere finti per simulare gli incendi che stanno consumando la foresta amazzonica e che sembrano destinati a superare i drammatici record dello scorso anno. Contemporaneamente, altri attivisti a terra hanno aperto degli striscioni in diverse lingue, su quello in italiano si legge “L’Europa griglia, l’Amazzonia brucia”, proprio come quelli che abbiamo utilizzato lo scorso sabato 5 settembre in 24 piazze italiane.

L’Europa griglia, l’Amazzonia brucia

Ogni due secondi perdiamo un’area di foresta grande quanto un campo da calcio e il consumo europeo di prodotti legati alla deforestazione e al degrado forestale rende l’Ue complice di questa distruzione.

L’Ue importa grandi quantità di alimenti e materie prime come carne e soia destinata alla mangimistica, la cui produzione è strettamente legata alla distruzione dell’Amazzonia e di altri ecosistemi, alla crisi climatica in corso e alle violazioni dei diritti umani. Purtroppo, si tratta di prodotti che troviamo comunemente sugli scaffali dei nostri supermercati e i cittadini europei non dovrebbero essere complici inconsapevoli di questa devastazione.

Fire near the Branco river in the Jaci-Paraná Extractive Reserve, in Porto Velho, Rondônia state.

L’Unione europea, da sola, è responsabile di oltre il 10 per cento della distruzione delle foreste del mondo, principalmente a causa di prodotti come carne, soia destinata alla mangimistica, olio di palma e cacao. Nel 2014, l’Ue è stata responsabile del 41 per cento delle importazioni globali di carne, del 25 per cento di quelle di olio di palma e del 15 per cento di quelle di soia (in gran parte utilizzata come mangime). Dopo anni di attesa, la Commissione europea si è impegnata ad elaborare, nel 2021, una nuova normativa per affrontare gli impatti negativi dei consumi Ue sulle foreste del mondo. A questo proposito, lo scorso 3 settembre ha aperto una consultazione pubblica per conoscere il parere dei cittadini europei sul tema e chiedere quali misure adottare per affrontare il problema.

Cosa chiediamo all’Ue

Per proteggere le foreste dell’Amazzonia e gli altri ecosistemi naturali necessari all’equilibrio climatico del Pianeta, abbiamo urgente bisogno di una normativa europea in grado di garantire che gli alimenti e le materie prime che arrivano sulle nostre tavole rispettino criteri di sostenibilità ambientale e sociale ambiziosi e chiari.

In occasione dell’apertura della consultazione pubblica da parte della Commissione europea, quello che chiediamo ai governi dell’Ue insieme ad oltre 100 organizzazioni europee impegnate in campo ambientale e sociale, è di garantire che materie prime e alimenti immessi sul mercato europeo non siano legati alla deforestazione e alle violazioni dei diritti umani!

Non mangiarti le foreste!

L’80% della deforestazione del mondo è causata dalla produzione intensiva di materie prime, soprattutto agricole: praticamente, cibo che divora le foreste. Soia, olio di palma, cacao, carne, avocado, sono i responsabili di una distruzione senza precedenti. Stiamo decimando le foreste per far posto all’agricoltura massiva e industriale. Un milione di specie è a rischio di estinzione. Se vogliamo salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste.

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