In Italia ci sono alcune delle principali compagnie fossili mondiali, come Eni, Enel o Snam.
Lo sviluppo di nuovi giacimenti e la costruzione di altri gasdotti tuttavia non potrebbe avvenire se non ci fosse il sostegno finanziario di banche come UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Dalla firma dell’accordo di Parigi ad oggi, Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno finanziato le società fossili italiane con oltre 9,7 miliardi di euro.

Abbiamo analizzato questi flussi nell’approfondimento che oggi pubblichiamo con Re:common “Cambiamento climatico S.P.A“.

Per darvi un’idea dell’impronta climatica che  questi due big del settore creditizio e finanziario italiano raggiungono con simili “investimenti”, basti pensare che Intesa Sanpaolo emette 35 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, una quota praticamente superiore a tutte le centrali a carbone d’Italia, mentre Unicredit arriva a 37 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, una cifra superiore a quella del comparto agricolo italiano.
Nei prossimi mesi il ruolo delle banche, chiamate a veicolare i fondi messi a disposizione dal governo per rilanciare l’economia, sarà davvero cruciale: un motivo in più per smettere di finanziare chi alimenta la crisi climatica e puntare finalmente su una ripresa green e responsabile!

Basta investire su petrolio, gas e carbone!

Alluvioni, incendi, siccità: mentre la vita sul Pianeta è sconvolta da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, i principali istituti finanziari, di credito e assicurativi continuano a investire nel settore dei combustibili fossili e a finanziare chi inquina, gettando benzina sul fuoco della crisi climatica. Se vogliamo limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici e salvare 1 milione di specie a rischio dobbiamo ascoltare la scienza e tagliare subito i finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone. Chiedi alle banche e alle compagnie di fare la loro parte nella lotta all’emergenza climatica: basta finanziamenti che distruggono il Pianeta!

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