Per più di 45 anni Greenpeace ha lavorato per proteggere la vita sul nostro Pianeta contro forze potenti e corrotte messe in piedi per distruggerlo. Già allora credevamo che l’azione collettiva di comunità coese fosse il modo più efficace per proteggere l’ambiente.

Nel corso della nostra storia ci siamo spinti fino ai più remoti oceani e foreste della Terra per lottare per l’ambiente, ma nei nostri quartieri e nelle nostre comunità non abbiamo fatto abbastanza per la giustizia razziale e sociale. Quando lo facciamo, spesso ci viene chiesto perché, come organizzazione ambientalista, parliamo o interveniamo su questioni di giustizia razziale.

Per noi la risposta è chiara.

Ci esprimiamo perché crediamo che la giustizia ambientale e la giustizia razziale siano indissolubilmente legate.

Non possiamo avere un futuro verde e pacifico senza la giustizia razziale, l’equità, i diritti civili per tutti. Crediamo che i sistemi di potere e di privilegio che distruggono l’ambiente privino anche le comunità vulnerabili della loro umanità – e troppo spesso della loro vita.

Ecco perché prendiamo posizione. Ecco perché agiamo. Ed è per questo che continueremo a farlo per tutto il tempo necessario a creare il futuro in cui crediamo. Le persone nere dovrebbero essere in grado di camminare in qualsiasi quartiere, guidare per qualsiasi strada e lavorare ovunque senza la minaccia di essere uccisi dalla polizia.

Quest’anno abbiamo assistito ad una serie di tragici incidenti in cui i neri sono stati uccisi dalle forze dell’ordine. Ogni volta i nostri cuori si spezzano per le vittime e le famiglie delle vittime. Questi momenti mettono a nudo il razzismo sistemico e la disuguaglianza che lega queste tragedie ad altre negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Il razzismo istituzionale è la causa di queste tragedie individuali. La nostra società è stata strutturata per favorire alcune persone a spese di altre e questi sistemi, che prosperano sulle ingiustizie di razza, classe e genere, si basano anche sulla distruzione dell’ambiente. Lottando contro le strutture del razzismo e dell’ingiustizia, stiamo inevitabilmente lottando contro le strutture che impoveriscono e degradano le risorse naturali della Terra.

Tuttavia, il nostro impegno per la giustizia razziale è più profondo di quello contro cui ci battiamo, riguarda anche quello in favore di cui ci battiamo. Noi ci battiamo per la pace, e la pace è possibile solo quando le strutture della nostra società non mettono in atto una violenza implicita e quotidiana sulle persone di colore.

Prendete il cambiamento climatico. Sappiamo tutti che è un fenomeno abbastanza grande da influenzare ogni essere umano sul Pianeta. Tuttavia, le ingiustizie che attraversano la nostra società fanno sì che la crisi climatica colpisca più duramente le comunità di colore in questo momento.

Le comunità di colore da Houston a New Orleans vivono oggi con l’eredità tossica dell’industria del petrolio e del gas, per poi vedere il cambiamento climatico che porta via le loro case e la loro terra. Le comunità indigene in Arizona e in Alaska hanno visto scatenarsi nuove ondate di oppressione per l’estrazione mineraria, e sono state colpite dagli effetti del cambiamento climatico, dalla scomparsa delle coste e della fauna selvatica, da disastrosi incendi e siccità.

Le famiglie povere di tante città e comunità rurali americane sono state il bersaglio storico delle compagnie energetiche, che hanno collocato strategicamente le loro centrali elettriche a carbone in comunità a basso reddito e comunità di colore. L’impatto sulla salute di questa storia, dagli alti tassi di asma e di mortalità precoce, all’avvelenamento da mercurio che colpisce in modo sproporzionato donne e bambini, è aggravato dal cambiamento climatico.

Come ci dimostrano l’uragano Katrina e l’uragano Sandy e le storiche ondate di calore degli ultimi 20 anni, con il continuo aggravarsi dell’impatto climatico, saranno queste comunità a subire il peso dei disastri e del dolore. Il cambiamento climatico rende evidente la sovrapposizione delle crisi ambientali e delle crisi razziali, che è chiara alle comunità che si trovano ad affrontare la discriminazione da decenni.

Se ci battiamo per la pace, dobbiamo batterci per una ridefinizione del modo in cui ci trattiamo l’un l’altro, eliminando la violenza che troppo spesso è rinchiusa nel tessuto della nostra società.

Solo l’equità, compresa l’equità razziale, porterà a questo risultato.

Greenpeace è solidale con le vittime della violenza razziale che meritano giustizia, comprensione e cura Siamo solidali con coloro che cercano soluzioni pacifiche e strategiche ai sistemi di potere e di privilegio e alle loro espressioni violente. E siamo solidali con i nostri alleati del movimento “Black Lives Matter” che chiedono responsabilità per le vittime della polizia e di altre forme di violenza sanzionate dallo Stato. Crediamo che il successo del lavoro di Greenpeace sia profondamente interconnesso con il successo di coloro che lavorano per la giustizia razziale, sociale e di genere.

Incoraggiamo i nostri sostenitori a sostenere, educare e battersi per la giustizia sociale e razziale.Incoraggiamo anche i nostri sostenitori ad aiutarci in questo lavoro e a condividere con noi i modi la giustizia sociale e quella ambientale possono andare avanti insieme.

Un modo in cui tutti possono aiutare è quello di sollevare il tema della giustizia razziale nelle proprie comunità, chiese, luoghi di lavoro, scuole e case. Il silenzio è la forza più potente contro il progresso. Parlando di questi temi, incoraggiando le persone a esplorare le interconnessioni tra le questioni importanti per loro, ed essendo pronti a rispondere in modo costruttivo a coloro che resistono al cambiamento, noi aiutiamo a creare il cambiamento.

Ci sono molti posti per informarsi e saperne di più sull’argomento e per unirsi alla richiesta di giustizia, ne segnaliamo due:

  • blacklivesmatter.com
  • showingupforracialjustice.org

Traduzione del blog scritto da Annie Leonard, Direttrice Esecutiva di Greenpeace USA.