I risultati della nostra indagine. Per il 90% degli intervistati i politici non fanno abbastanza!

Se vogliamo risolvere la crisi che abbiamo di fronte: ambientale, sanitaria ed economica, dobbiamo cambiare il modo in cui consumiamo e viviamo gli spazi urbani, partendo dalle periferie.

Lo avevamo capito già prima dell’emergenza Covid-19, ma in un momento in cui siamo chiamati a ripensare totalmente alle nostre abitudini di vita e al nostro modo di vivere gli spazi, questa esigenza è ancora più forte ed evidente per tutti.

In questi giorni abbiamo condotto un sondaggio per chiedere alle persone dove e in che modo ripartire, per immaginare una nuova fase delle nostre città. Hanno risposto in più di 16mila, confermando la volontà di città più verdi, sostenibili e vivibili.

Dalle risposte di oltre 16.000 intervistati emerge che oltre il 70% delle persone non è soddisfatto degli investimenti del governo per rendere le nostre città più ecologiche e sostenibili. Oltre il 90% esprime preoccupazione per il fatto che i politici sottovalutano il rischio che le nostre città potrebbero affrontare a causa di eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici, come avvenuto prima della pandemia.

Abbiamo anche chiesto alle persone cosa farebbero se amministrassero la propria città: più piste ciclabili il 13,54%, più investimenti in trasporto pubblico il 14,56%, più aree verdi il 20,38% e tutte queste cose, ma dando la priorità alle periferie il 37%.

Più del 90% degli intervistati, infine, pensa che la politica debba agire, ma anche i cittadini devono fare la loro parte, a partire dalle abitudini quotidiane.

Le nostre città non sono più sostenibili

Oggi il 55% della popolazione mondiale vive in contesti urbani, e si prevede che questa quota salirà al 68% entro il 2050. Secondo l’Agenzia per l’Ambiente dell’ONU (UNEP), il 75% delle emissioni globali di gas serra viene proprio dalle città. Solo a Roma ogni anno si trascorrono 166 ore imbottigliati nel traffico, e l’Italia è il Paese con il maggior numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico in Europa, con più di 76 mila decessi all’anno.

Per città più sostenibili e resilienti alle crisi, la direzione che emerge dalle risposte al sondaggio è chiara: cibo prodotto localmente e in modo ecologico, modelli di mobilità alternativa, pubblica e condivisa, spazi verdi sicuri e accessibili a tutti, dal centro alle periferie delle nostre città.

#RESTART_ ripensiamo le città!

Per questo, lanciamo oggi il progetto #RESTART, per coinvolgere le persone in alcune grandi città come Roma, Madrid, Bogotà e Città del Messico e ripensare insieme il modo in cui viviamo le città nel nuovo scenario imposto dal Covid19. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere quante più persone possibili non solo per adottare comportamenti più sostenibili, ma soprattutto nel farsi parte attiva nelle richieste di cambiamento verso le amministrazioni locali.

Alcuni sindaci, da Milano a Roma, stanno già muovendo i primi passi in questa fase di ripartenza verso un modello più sostenibile di città, annunciando la creazione di nuove bike lane. Questo è un bene, ma da solo non basta. Perché servono coperture economiche necessarie ed interventi permanenti nella mobilità sostenibile e condivisa a 360 gradi, per vedere realizzati in maniera concreta questi annunci.

Con il nostro nuovo progetto vogliamo coinvolgere quante più persone possibili per garantire che queste iniziative siano portate a termine e per promuoverne delle altre, per ripensare insieme i nostri spazi urbani e per non ritrovarci di nuovo in città invase dalle auto e con aria irrespirabile!