Oggi è il giorno dell’Assemblea degli azionisti di Eni, che quest’anno si tiene a porte chiuse perché Eni ha deciso di non prevedere alcuna partecipazione tramite streaming. Noi però non potevamo mancare – almeno simbolicamente – e così abbiamo deciso di farci sentire, in tutta sicurezza, online e offline!

Protesta simbolica davanti al quartier generale Eni nel giorno dell’assemblea degli azionisti. Photo credits: Francesco Alesi

La protesta in sicurezza davanti al quartier generale Eni

I nostri attivisti e quelli di Fridays for Future Roma hanno organizzato a Roma una simbolica protesta nei pressi della sede centrale della compagnia petrolifera, rispettando ovviamente tutte le disposizioni di sicurezza sanitaria in vigore nel nostro Paese: due attivisti di Greenpeace a bordo di kayak, hanno esposto il messaggio “Eni: colpevole di crisi climatica”, mentre altri attivisti di Fridays For Future Roma hanno manifestato mostrando il messaggio “Eni: stop alimentare l’emergenza climatica“.

La contro-assemblea in contemporanea sui social

Se il Cane a sei zampe ha deciso di non aprire le porte della sua Assemblea degli azionisti, noi invece abbiamo deciso di raccontare pubblicamente quello che Eni non dice. Per questo motivo, questa mattina alle 11, insieme a Valori.it, Re:Common e Fridays For Future Italia ospiteremo su Facebook e Youtube “Quello che Eni non dice”, un live streaming organizzato insieme a Fondazione Finanza Etica.

Durante lo streaming sono intervenuti Andrea Barolini (Valori.it), Antonio Tricarico (Re:Common), Gianni Barbacetto (Fatto Quotidiano), Livia Tolve (Fridays For Future Italia), Luca Iacoboni (Greenpeace Italia), Mauro Meggiolaro (Fondazione Finanza Etica). Marta Bernardi (Scomodo) ha presentato invece “Inquinanti”, il progetto editoriale che abbiamo realizzato in collaborazione con la rivista studentesca.  Nel pomeriggio, alle 16, Fridays For Future Roma ha ospitato sui propri canali Facebook e Youtube il webinar #ciavvelEnI.

I piani di Eni: pubblichiamo un’analisi indipendente

Eni è l’azienda italiana con le più alte emissioni di gas serra, ossia la maggiore responsabile dell’emergenza climatica che viviamo, ma al posto di cambiare rotta, ha di recente presentato dei piani che non dimostrano alcuna serietà nel contrasto alla crisi climatica. Continua a nascondersi dietro spot pubblicitari tutti incentrati su una presunta transizione green che, al momento, non trova riscontro nella realtà.

Per questo oggi insieme a Re:Common, Fondazione Finanza Etica – in collaborazione con Merian Research – abbiamo pubblicato un’analisi indipendente del “Piano Strategico al 2050” e del “Piano d’Azione 2020 – 2023” di Eni. Dallo studio si evince chiaramente come la strategia dell’azienda sia quella di aumentare la produzione nel breve periodo, per poi diminuire l’estrazione di petrolio e aumentare quella del gas. Piani ad alto livello di emissioni che puntano tutto su progetti di compensazione delle emissioni dalla dubbia efficacia, sui quali non vengono forniti dettagli, come i programmi di riforestazione REDD+ e l’uso della tecnologia di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS).