Greenpeace Italia, ReCommon e alcuni cittadini e cittadine hanno deciso di ricorrere alle Sezioni Unite Civili della Suprema Corte di Cassazione per chiedere di dichiarare che nella Giusta Causa – il contenzioso climatico avviato davanti al Tribunale di Roma dalle due organizzazioni e 12 cittadine e cittadini nei confronti di ENI, del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) – è stata proposta un’azione giudiziaria su cui il giudice ordinario italiano ha la giurisdizione, per cui gli compete la decisione.

L’emergenza climatica è sempre più grave, per questo le organizzazioni si dicono  determinate a impiegare ogni strumento disponibile a livello legale per fermare la strategia di ENI di continuare a investire sull’espansione del petrolio e sul gas, ignorando ogni impegno sul clima. Per Greenpeace Italia e ReCommon, l’azienda e i suoi azionisti pubblici di riferimento devono cambiare profondamente l’attuale piano industriale, prima che sia davvero troppo tardi.

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