Una recente indagine realizzata dall’associazione Cova Contro mostra come l’affondamento della piattaforma Ivana D, avvenuto nell’alto Adriatico lo scorso 5 dicembre, potrebbe aver causato un ingente rilascio di idrocarburi in un tratto di mare tra Italia e Croazia. La piattaforma in questione era scomparsa – presumibilmente divelta dal forte vento – per essere poi ritrovata sul fondo del Mare Adriatico (a poco più di 40 metri di profondità) pochi giorni dopo l’affondamento.

Secondo il briefing di Greenpeace “Volano Trivelle”, la piattaforma Ivana D era ai limiti del previsto periodo di esercizio: 20 anni. Nei mari italiani esistono tuttavia molte altre piattaforme che non solo sono assai più vecchie, ma che da tempo non producono nulla e che è urgente smantellare. Potrebbero non reggere a fenomeni meteomarini sempre più estremi che proprio la combustione di fonti fossili ha contribuito a generare, alterando il clima del nostro Pianeta.

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