Sebbene l’attenzione per l’ambiente sia aumentata nelle ultime settimane di campagna elettorale per le elezioni europee, la crisi climatica trova ancora pochissimo spazio nel dibattito politico in Italia. Solo nel 7,6% delle dichiarazioni dei principali leader politici italiani si è infatti parlato in modo argomentato del riscaldamento globale, e la percentuale sale al 12,5% delle dichiarazioni se comprendiamo anche quelle in cui la crisi climatica è semplicemente citata o in cui si parla di temi ambientali non collegati al clima. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio realizzato dall’Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia sui temi ambientali nella campagna elettorale per le elezioni europee da poco terminata.

Lo studio è stato condotto analizzando le dichiarazioni dei principali leader politici italiani postate su Facebook, raccolte nelle edizioni serali dei telegiornali delle reti Rai, Mediaset e La7 e nei principali talk show politici e programmi televisivi di approfondimento nel periodo dal 1° maggio al 7 giugno. L’elenco delle figure politiche comprende: Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni, Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein e Tajani.

Fra i leader, quelli che più parlano di ambiente sono Pichetto Fratin, nel suo ruolo di ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Bonelli e Fratoianni, a capo di AVS, partito che ha la crisi climatica e le questioni ambientali al centro del suo programma politico. A questi si aggiunge Salvini, che fra tutti i leader analizzati è quello con il maggior numero di dichiarazioni contrarie o resistenti, con più del 60% delle sue dichiarazioni critiche rispetto alle politiche ambientali e climatiche. Le due principali protagoniste delle elezioni europee in Italia si contraddistinguono invece per una scarsa attenzione al tema: Schlein parla di ambiente solo nell’8,4% delle sue dichiarazioni, mentre Meloni solo nel 5%.

«Se i nuovi europarlamentari italiani si occuperanno della crisi climatica quanto e come se ne occupano i loro leader politici, l’Italia rinuncerà definitivamente a giocare un ruolo attivo per la transizione energetica dell’Europa», dichiara Federico Spadini, campagna Clima di Greenpeace Italia. «Mentre i partiti di governo continuano a difendere lo status quo e gli interessi dell’industria dei combustibili fossili, i partiti di opposizione, salvo qualche eccezione come AVS, non mettono al centro delle loro politiche la più grave emergenza ambientale dei nostri tempi, la crisi climatica. Questo mix di resistenza alla transizione energetica e di disinteresse per il clima non farà altro che ritardare le politiche di cui abbiamo urgentemente bisogno, esponendo sempre di più le persone agli effetti del surriscaldamento globale, come dimostrano i picchi di temperatura di questi giorni e gli eventi estremi sempre più frequenti e devastanti».

Dall’analisi dell’Osservatorio di Pavia emerge inoltre che i telegiornali e i programmi televisivi di approfondimento hanno dedicato uno spazio quasi nullo al clima e all’ambiente, al punto che appena il 2,1% dei servizi dei TG esaminati ha parlato di questi temi. Per questo motivo, Greenpeace Italia continuerà a monitorare il dibattito sul clima, con l’intento di promuovere un’informazione sulla crisi climatica completa, veritiera e indipendente, che non nasconda cause e responsabili e non ignori le soluzioni disponibili per mitigare il riscaldamento del pianeta.