Cala il sipario sulla prima edizione degli Oscar del Greenwashing, organizzata da Greenpeace Italia per “premiare” e smascherare chi della crisi climatica se ne lava la coscienza: ad aggiudicarsi il riconoscimento nelle categorie Stampa, Politica e Aziende sono stati, rispettivamente, Il Sole 24 Ore, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed ENI.

L’evento, che si è tenuto ieri sera a Roma presso l’agenzia Latte Creative, alla Città dell’Altra Economia, è stato promosso da Greenpeace Italia nell’ambito della campagna “Stranger Green” contro il dilagare del greenwashing e della disinformazione sul clima, con la partecipazione di esperte ed esperti di Voci per il clima, il primo network indipendente di personalità del mondo della scienza, della comunicazione, dell’imprenditoria e della cultura impegnate per un’informazione corretta sulla crisi climatica. La serata, condotta dalla giornalista di Presa Diretta Daniela Cipolloni, si è infatti aperta con gli interventi di Letizia Palmisano, giornalista ed ecoblogger, Antonello Pasini, fisico del clima del CNR, e Marco Grasso, professore dell’Università Milano-Bicocca, che hanno animato un talk dal titolo “Voci contro il greenwashing: come smascherare la disinformazione sul clima”.

Nella seconda parte della serata sono stati invece assegnati gli Oscar del Greenwashing 2024. Ad aggiudicarsi i “premi” sono stati Matteo Salvini, «senza rivali per la sua instancabile opera di disinformazione»; Il Sole 24 Ore, che tra i principali quotidiani italiani si è «distinto per avere dato più voce alle aziende inquinanti quando si parla di crisi climatica»; ed ENI, «l’azienda inquinante che più ha investito in pubblicità lo scorso anno in Italia, con quasi una pubblicità al giorno per lavarsi la coscienza». Tutti i riconoscimenti, così come le nomination, sono stati attribuiti da Greenpeace sulla base dei risultati emersi nel rapporto su media e clima 2023 dell’Osservatorio di Pavia.

«Come denunciato a più riprese anche dalle Nazioni Unite, il greenwashing è uno dei fenomeni più subdoli e pericolosi del nostro tempo, perché consente alle aziende inquinanti e ai governi di nascondere le proprie responsabilità e di ritardare la transizione energetica di cui abbiamo urgente bisogno», dichiara Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. «A questo si aggiungono le carenze dei principali media italiani nel raccontare la crisi climatica, anche a causa dell’influenza che l’industria dei combustibili fossili esercita su di loro. Assegnando gli Oscar del Greenwashing vogliamo denunciare il patto di potere che lega politica, mondo dell’informazione e colossi del petrolio e del gas come ENI, che continua indisturbata con emissioni di gas serra fuori controllo mentre cerca di ripulirsi l’immagine a suon di sponsorizzazioni e pubblicità fintamente green».

Per impedire il dilagare del greenwashing e che venga compromessa ogni possibilità di mettere un freno alla crisi climatica, Greenpeace Italia chiede ai quotidiani e ai media italiani di rinunciare ai finanziamenti dell’industria fossile e di impegnarsi per un’informazione sul clima veritiera, completa e indipendente, al governo di smettere di promuovere false soluzioni e investire davvero sulle fonti rinnovabili e a ENI di assumere le proprie responsabilità nella crisi climatica e smettere di investire in petrolio e gas.