Oggi gli europarlamentari hanno votato per esentare gli allevamenti intensivi più grandi e inquinanti dalla regolamentazione ai sensi della direttiva sulle emissioni industriali dell’Unione Europea, nonostante questi siano responsabili di ingenti emissioni di ammoniaca, ossidi di azoto e metano, un potente gas serra. Gli allevamenti di bovini più grandi e più inquinanti, così come migliaia di allevamenti di suini e polli, potranno dunque continuare a inquinare la nostra aria, il suolo e l’acqua.

Un’alleanza di eurodeputati conservatori e di destra, sostenuta da un contingente di liberali, ha bloccato le misure che, secondo le stime della Commissione Europea, avrebbero interessato meno del 2% degli allevamenti più inquinanti dell’UE, permettendo di risparmiare milioni di euro di spese sanitarie e ambientali. 

«L’influenza delle lobby della zootecnia intensiva ha portato a un voto paradossale: consentendo ai più grandi allevamenti intensivi europei di continuare a inquinare, li ha messi sullo stesso piano degli allevamenti più piccoli. Questo è un voto contro l’ambiente, contro la salute e contro le stesse aziende a conduzione familiare che si dice di voler difendere, comprese quelle del “Made in Italy», dichiara Simona Savini, campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, il settore zootecnico da solo è responsabile del 54% di tutte le emissioni di metano di origine antropica dell’UE, soprattutto a causa dei bovini. Gli allevamenti inquinano anche l’acqua, l’aria e il suolo attraverso le emissioni di ammoniaca e ossido di azoto, e sono responsabili del 73% dell’inquinamento idrico dell’agricoltura dell’UE. L’allevamento intensivo in Europa è responsabile del 94% delle emissioni di ammoniaca e, in Italia, costituisce la seconda causa di formazione di polveri sottili.

Gli eurodeputati hanno respinto qualsiasi ampliamento del campo di applicazione della direttiva, nonostante il sostegno dei governi europei e della Commissione. Il voto del Parlamento indebolisce di fatto l’attuale legislazione, abbassando i requisiti anche per gli allevamenti intensivi di suini e pollame soggetti alla direttiva dal 1996. Gli allevamenti con meno di 2.000 suini e/o 750 scrofe o 40.000 esemplari di pollame continueranno a essere esenti dalla regolamentazione ai sensi della direttiva sulle emissioni industriali dell’UE, mentre i più grandi potranno usufruire di una procedura di registrazione semplificata.

Ora i referenti del Parlamento europeo, della Commissione e i rappresentanti dei governi nazionali inizieranno i colloqui per definire un accordo finale sulla direttiva sulle emissioni industriali. L’accordo definitivo è previsto per il prossimo ottobre.

La “guerra alla natura” da parte degli europarlmentari conservatori e di destra intanto continua: domani è atteso il voto sulla Nature Restoration Law, che mira a ripristinare gli ecosistemi naturali in Europa e l’europarlamento sarà ancora una volta chiamato a scegliere tra l’interesse collettivo e quello di poche grandi lobby.