Greenpeace diffonde oggi le immagini satellitari dei principali ghiacciai italiani: il ghiacciaio della Marmolada, dove si è consumata la terribile tragedia di domenica, dell’Adamello, del Monte Bianco e dei Forni. Il confronto con gli anni precedenti evidenzia la progressiva diminuzione del manto nevoso che alimenta i ghiacciai. Restando scoperti già a giugno ed esposti alle temperature estive, questi ghiacciai sono destinati ad arretrare ulteriormente e a ridursi di spessore. La loro scomparsa è un grave problema perché rischia di andare perduta una preziosa riserva idrica e una fonte importante per la produzione di energia idroelettrica.

«I ghiacciai sono il simbolo dell’intensità dei cambiamenti ambientali che stiamo causando, sono il segnale di quanto velocemente sta avvenendo questo cambiamento. Anche la tragedia della Marmolada,
avvenuta a causa dell’incremento delle temperature di queste settimane, è direttamente correlabile con la crisi climatica», afferma il glaciologo Claudio Smiraglia, membro del Comitato Glaciologico italiano. «In 40-50 anni, se non ci sarà una decisa inversione di tendenza nelle temperature e nelle precipitazioni nevose, la quasi totalità dei ghiacciai alpini e molti delle altre catene montuose si estingueranno».

«Dietro tragedie come quella del ghiacciaio della Marmolada, o la condizione di siccità che sta mettendo in ginocchio intere aree del nostro Paese, ci sono i cambiamenti climatici causati dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche. E dietro le emissioni di gas serra ci sono le politiche dei governi, che continuano a puntare sui combustibili fossili, ritardare la transizione energetica e permettere alle grandi aziende del petrolio e del gas di generare enormi profitti a discapito dell’ambiente», dichiara Federico Spadini,
campagna clima di Greenpeace Italia. «Se vogliamo scongiurare gli effetti peggiori della crisi climatica c’è solo una cosa da fare: abbandonare le fonti fossili, investire su energia rinnovabile ed efficienza energetica, e dare seguito con urgenza agli impegni per la riduzione delle emissioni climalteranti».