Greenpeace Italia si oppone alla decisione di installare un rigassificatore a Piombino. I dettagli del progetto non sono ancora noti, ma l’obiettivo sembra palese: mantenere la dipendenza italiana dalle fonti fossili, anche mettendo a rischio gli ecosistemi marini. Per questo, l’organizzazione ambientalista sostiene la manifestazione che si terrà domani mattina a Piombino.

Greenpeace Italia è stata in prima fila nelle lotte contro il rigassificatore OLT di Livorno: un mostro inutile, costato ai cittadini decine (se non centinaia) di milioni di euro, perché a lungo sottoutilizzato. Adesso, complice una “emergenza energetica” che ha gonfiato le tasche delle aziende fossili, si prospetta di posizionare per qualche anno un mostro di quasi trecento metri, la Golar Tundra, nel porto di Piombino. Per poi trasferire questa struttura – al momento non si sa ancora fino a quando – a un ormeggio al largo, operazione per cui sono già iniziati i lavori di prospezione.

«Ormai è chiaro che a questo governo della transizione ecologica e dell’ambiente non importa nulla», dichiara Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. «Nuovi rigassificatori, a Piombino come a Ravenna, ci costringerebbero a dipendere per decenni dalle fonti fossili».

L’esecutivo ha infatti nominato commissari straordinari per i rigassificatori, mentre sulle rinnovabili persino le proposte di parte industriale di accelerare sono state liquidate come “lobby rinnovabilista”. Un’ulteriore conferma che la priorità dell’attuale governo è quella di difendere il mercato del gas fossile, che invece deve essere progressivamente ridotto a favore delle rinnovabili.