Greenpeace accoglie con favore la decisione di Gore Fabrics, l’azienda americana che detiene il noto marchio GORE-TEX® e leader globale nella produzione di tessuti impermeabili, che da oggi produrrà con una nuova tecnologia una membrana per l’abbigliamento outdoor totalmente priva di PFC, il gruppo di composti poli e perfluorurati di cui fanno parte anche le sostanze perfluoralchiliche PFAS). L’annuncio arriva dopo anni di pressioni della campagna Detox di Greenpeace che, fin dal 2011, ha sfidato l’industria del tessile e dell’abbigliamento outdoor a fare a meno di numerosi composti chimici, tra cui i PFC, identificati come gruppo prioritario di sostanze da eliminare. Si tratta di un importante passo avanti rispetto all’impegno già preso dall’azienda nel 2017, che prevedeva l’eliminazione dei soli PFC pericolosi, e grazie al quale già a partire dal 2022 arriveranno sul mercato i primi prodotti del tutto privi di queste sostanze.

“Questa nuova tecnologia non rilascerà più alcun tipo di PFC in ogni fase dei suoi cicli produttivi”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “Nonostante ci siano numerose aziende irresponsabili che ancora usano queste sostanze a discapito della salute delle persone e del pianeta, la svolta di Gore Fabrics mostra che già oggi è possibile fare a meno dei PFC e perciò non ci sono più scuse per posticipare l’entrata in vigore di leggi che ne vietino l’impiego”.

Greenpeace sostiene la proposta di cinque Stati europei (Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia) di inserire regolamentazioni rigorose per tutti i PFC, specialmente nei prodotti di consumo. Nonostante in Italia sia presente una delle aree più contaminate al mondo da PFC – la zona del Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova – la classe politica, sia a livello nazionale che locale, non ha preso seri provvedimenti per tutelare la popolazione e l’ambiente, vietando queste sostanze e riconvertendo le produzioni inquinanti.